“D’accordo squadra, rimaniamo tutti in vista, facciamo in modo che la NASA sia orgogliosa di noi.”
Il titolo ci toglie qualsiasi dubbio, curiosa scelta per un film che dovrebbe avere nell’enigma un potente asso nella manica. Sin dai primi fotogrammi siamo nel pieno di una missione spaziale: sei astronauti sono stati inviati dalla NASA su Marte. Durante un’operazione di raccolta materiali quotidiana, i protagonisti vengono sorpresi da una tempesta di sabbia che li costringe a ripartire. Watney, (Matt Damon) viene colpito da un grosso oggetto metallico alzato dalla bufera e, dopo qualche attimo di disperata ricerca, viene dato per morto dai compagni di viaggio. Solo dopo aver abbandonato il pianeta scopriranno che Watney è sopravvissuto al violento impatto. Per fortuna il nostro eroe all’Università ha deciso di studiare botanica e troverà il modo per prodursi sostentamento anche da solo, esiliato a milioni di km dalla terra ed aspettare pazientemente i soccorsi.
Forse l’ho fatta un po’ troppo semplice e spensierata, ma la vicenda raccontata dal grande Ridley Scott spesso si dimentica (volutamente) della tragicità della questione, affrontandola quasi con leggerezza. Ciò rende la pellicola scorrevolissima, forse un po’ troppo scanzonata, sicuramente molto appetibile alla fiumana di pubblico che ha deciso di vederla sul grande schermo. Rimane un film di livello medio/alto anche se, a mio parere, non ha niente a che vedere con gioielli recenti come “Interstellar” e “Gravity“.