“Una nuova identità era un passaporto reale, un passaporto americano… Potevo arrivare negli USA, andare a scuola lì, vivere con quella famiglia ed essere semplicemente qualcuno e non dovermi più preoccupare di avere un’identità…”
Primissima cosa da dire prima della visione del film: è tratto da una storia vera, per quanto incredibile essa possa essere… Ma il mio consiglio è quello di NON informarvi sulla vicenda reale prima di guardare questa pellicola!!! Avrete tutto il tempo di farlo dopo, quando sarete ancora a bocca aperta, frastornati e confusi da ciò a cui avete appena assistito. Detto questo, mi stupisce come un thriller del genere sia sbarcato in Italia con tantissimo ritardo (e non nelle sale), nonostante il successo ottenuto al Sundance Film Festival 2012 ed ai BAFTA Awards.
Il protagonista della storia è Nicholas Barclay, ragazzino scomparso in Texas nel 1994 e ritrovato tre anni e mezzo dopo in Spagna. O forse è meglio dire che la trama parla di Nicholas… ma il protagonista non è lui! Non vi rovino niente dicendo così, visto che in maniera sottile viene svelato tutto fin dalle prime scene del film, per una partenza già spiazzante. Mano mano che si procede con la trama, si viene risucchiati in un vortice di bugie e mistero che non possono che appassionare lo spettatore vorace di colpi di scena ed incredulità. Come fanno i familiari a non accorgersi di niente? A non farsi domande? A non notare un accento diverso, il colore degli occhi, atteggiamenti strani? Ripeto, tutto è successo veramente… ed a corredare e rafforzare l’atmosfera di “true story”, perciò intervengono i frequenti spezzoni di intervista ai personaggi reali della vicenda. Pregio assoluto del regista infatti è l’impronta di documentario data alla sua opera.
Stupitevi pure di quanto la vita possa essere strana, piena di interrogativi, e talvolta orrida… ma non mancate di guardare questo docu-thriller unico nel suo genere!