Torna a casa, Jimi!

Smuggling Hendrix - Marios Piperides, 2018


Voto medio: 4,15
(13 voti totali)

Film consigliato

DURATA: 92 minuti
GENERE: Commedia, Drammatico
CAST: Adam Bousdoukos, Vicky Papadopoulou, Toni Dimitriou, Özgür Karadeniz, Fatih Al.

“Si può sapere perché finisci sempre in questi casini ogni volta?”

Divertente commedia del regista cipriota Marios Piperides che racconta la storia di un piccolo cane e del suo padrone. I due si ritroveranno a vivere un’avventura da contrabbandieri, ai limiti dell’umana comprensione. Intrappolati loro malgrado in una zona di confine si ritrovano a vivere una sorta di stallo alla messicana, durante il quale Yannis (il padrone, una rockstar fallita che trasuda fallimento ad ogni passo) escogita un modo per riportare a casa il suo fedelissimo amico Jimi, il cui nome è un chiaro omaggio all’indimenticabile Jimi Hendrix.

Nonostante il film sia quasi un pretesto per denunciare una situazione di conflitto e di separazione etnica, non è mai pesante. Anche se lascia spazio alla meditazione, rimane sui binari della commedia. Il tutto si svolge a Nicosia, la doppia capitale di Cipro. Unica città cipriota ad essere ancora solcata dalla linea verde: il confine che divide il settore greco di Cipro Sud (Nazione riconosciuta dagli Stati membri dell’ONU) dal settore turco di Cipro Nord, che fa stato a sé ma non è riconosciuta da nessuna autorità internazionale.

Il film è sicuramente ben raccontato, la storia scorre senza intoppi e i personaggi sono ben delineati. Risulta molto facile affezionarsi ai protagonisti che ci trascinano, anche grazie ad un montaggio del tutto invisibile e alla bella fotografia, attraverso paesaggi mediterranei, propri di una terra solcata dalla guerra, ma che resta comunque bellissima.

L’aspetto più importante del film, secondo me, è il voler sottolineare da parte dell’autore e regista, le forti divisioni politiche, che separano gli abitanti di questa città. Ci viene raccontato un universo nel quale sembra esistere una realtà parallela, dove le case sono proprietà perdute, così come perduta è la memoria di un paese unito. Un posto che fa fatica ad abbandonare la guerra. Separato da ciò che sembra un oceano solcato da navi vedetta di invalicabili questioni socio-politiche, risulterà infine nient’altro che un piccolo ruscello che si può attraversare quando nessuno guarda. Sbugiardandone la reale connotazione di confine fasullo.

Trovo che sia la fortissima umanità che permea i personaggi. Le loro divisioni crollano come castelli di carta quando ad essere interpellata è la loro umanità. Umanità che li porta inevitabilmente alla collaborazione.  Questo sentimento umano è dappertutto nel racconto, salvo che nelle figure istituzionali. Forse una piccola denuncia nei confronti degli enti internazionali, che dovrebbero tutelare il benessere dei cittadini europei, ma che invece si trinceranno dietro alla burocrazia pur di lasciare le cose come stanno. Ma lasciando perdere personali dissertazioni direi piuttosto che l’umanità è il vero Fil Rouge di questo bellissimo racconto.