“Per un uomo non esiste crudeltà piu grande che l’infedeltà di una donna, e per una donna la fedeltà forzata.”
Venere in Pelliccia è un duello lessicale forbito tra due attori di grande spessore: Emmanuelle Seigner (moglie del regista e superba nell’interpretare Vanda) e Mathieu Amalric (Cosmopolis, Grand Budapest Hotel), un altrettanto convincente Thomas. Il casting per l’attrice principale dell’opera di Leopold von Sacher-Masoch sarà l’occasione in cui Vanda mostrerà di saperci fare con la recitazione nel ruolo di interprete provocante e “padrona” del malcapitato “Thomas”, che da autore dell’opera teatrale si trova suo malgrado ad essere sottomesso nell’interpretazione di Severin. Questo incontro-scontro darà vita ad una reinterpretazione dell’opera basata sul romanzo erotico austriaco scritto nel 1870 da Leopold von Sacher-Masoch (autore da cui deriva il termine sadomasochismo).
Una performance arguta ed appassionante, in cui si sfiora più volte il confine dell’erotismo senza mai oltrepassarlo, mantenendo nello spettatore un interesse vivo. In Venere in Pelliccia è lampante il riferimento ad un film altrettanto efficace dello stesso Polanski come Carnage, in cui il set è statico (al teatro si sostituisce un appartamento) ed in cui il protagonista vero è il dialogo tra i protagonisti (due per tutta la durata del film). Una pellicola non per tutti, di certo non leggerissima, ma che ricorderò per fascino ed eleganza.