“Tutti gli dei, tutti gli inferni, tutti i paradisi sono dentro di noi.”
Grave fatto di cronaca che forse non tutti conoscono. L’11 settembre 2012, in occasione dell’anniversario dell’attentato alle torri gemelle, l’ambasciata americana a Benghazi ha subito un assalto da parte di alcune truppe libiche. 13 Hours ci racconta i concitati momenti all’interno ed all’esterno del palazzo. Il caos regna sovrano nella città portuale libica; nonostante questo, le truppe statunitensi in missione di pace provano a difendere il contesto, sostenendo che la situazione sia sotto controllo. Questa fragile tesi si sgretola quando un commando di dieci/quindici combattenti sfonda il cancello dell’ambasciata americana mettendo sotto assedio l’Ambasciatore Stevens. 6 valorosi uomini metteranno in pericolo la loro vita per cercare di evitare l’uccisione del politico statunitense.
Michael Bay, regista tra gli altri di Armageddon e di Pearl Harbor, ci presenta il contesto libico dando un taglio claustrofobico all’azione. Le scene si rincorrono velocemente, la tensione è alta ed i protagonisti sono in costante corsa contro il tempo: questo aumenta la suspense e apporta la giusta cadenza ad un action movie che non lascia spazio ai momenti morti. Solito plus perché si basa su una storia vera, mezzo punto in più perché in 2 ore e venti non si corre il rischio di annoiarsi!