“E se fossimo noi la versione oscura?”
Pellicola dal genere thriller/Sci-fi del 2013 e diretta da James Ward Byrkit, ti pervade d’inquietudine per circa un’ora e mezza per poi radicarsi nella mente come una rete infinita. Senza svelare troppo, descriveremo (per quanto possibile) in breve la trama: una tranquilla cena in casa fra amici si trasforma presto in un perturbante ed allucinante vortice di eventi causati dal passaggio di una cometa vicino alla Terra.
Fra conversazioni di circostanza e bicchieri di vino sorseggiati alla ricerca di un’evasione, il blackout blocca quello che agli spettatori sembra un tipico comedy-drama (dove spesso il fulcro principale riguarda le relazioni fra i protagonisti). La linea telefonica smette di funzionare, i cellulari si rompono senza apparente motivo e, ancor più angosciante, degli estranei appaiono fuori casa. Chi sono? Cosa vogliono? È lecito aver paura di loro? Dopo i primi venti minuti, dunque, il genere cambia totalmente e ci immergiamo in uno shock visivo e mentale inaspettato. La fotografia, con il passare dei minuti, si fa sempre più scura, passando da un giallo ocra, ad un arancione sabbioso fino a quel buio ombreggiato fantascientifico.
Perché guardare quest’incredibile opera cinematografica? Non c’è una semplice risposta univoca, ma qui più che mai la raffigurazione degli universi paralleli è affrontata attraverso una narrazione che buca l’occhio della cinepresa, mentre ci fa dubitare della nostra stessa realtà, fra dialoghi quotidiani e una buona dose di scienza. I protagonisti si fanno domande insieme a noi, decifrano messaggi codificati senza un apparente senso logico e si specchiano nelle ombre delle loro bugie e segreti. Cosa aspetti? È ora di andare a cena nel mondo di Coherence e affrontare te stesso.