Anora

Anora - Sean Baker, 2024


Voto medio: 3,86
(28 voti totali)

Film consigliato

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DURATA: 138 minuti
GENERE: Commedia, Drammatico, Sentimentale
CAST: Mikey Madison, Mark Eydelshteyn, Yuriy Borisov, Karren Karagulian, Ivy Wolk, Lindsey Normington, Ross Brodar, Emily Weider, Alena Gurevich, Paul Weissman, Charlton Lamar, Brittney Rodriguez, Charles Jang, Darya Ekamasova, Aleksey Serebryakov, Mickey O'Hagan.

“C’è un ragazzo che vuole una che sappia il russo… Si occuperà lei di tutte le tue necessità!”

Scrivere di Anora è come cercare di catturare un uragano con una macchina fotografica a pellicola: ogni scatto racconta qualcosa, ma è solo quando metti insieme tutti i fotogrammi che ti accorgi della tempesta che hai davanti. Sean Baker ha creato qualcosa di raro, un film che riesce a essere feroce e dolce, brutale e tenero, volgare e raffinato, tutto nello stesso istante. La storia di Anora potrebbe sembrare l’ennesima favola al contrario: una spogliarellista che si ritrova sposata al figlio di un oligarca russo in una notte di eccessi a Las Vegas, solo per vedere il sogno sgretolarsi quando i genitori del ragazzo arrivano a rimettere le cose “a posto”. Ma chi conosce Baker sa che la sua è una cinematografia di carne e ossa, fatta di dettagli minuziosi, di angoli della società che il cinema spesso ignora o trasforma in feticcio. E Anora non fa eccezione.

Mikey Madison è devastante nel ruolo della protagonista. Anora è un personaggio che sembra sapere sempre cosa fare, come manipolare una situazione a suo vantaggio, ma è solo un’illusione: in realtà, è una donna che si aggrappa a ogni spiraglio di speranza, a ogni occasione di uscire dalla sua vita di fatica e precariato. Madison è magnetica, ogni espressione del suo volto racconta più di mille parole, e il suo Oscar non è solo meritato, è inevitabile. Il film è un’equazione sulla disparità di classe, sulla distanza incolmabile tra chi ha il potere e chi lo subisce. Vanja, il rampollo senza spina dorsale interpretato da Mark Eydelshteyn, è l’incarnazione perfetta di un mondo in cui i ricchi giocano con le vite degli altri senza nemmeno rendersi conto di farlo. E dietro di lui c’è un cast straordinario che rende ogni momento un piccolo capolavoro: la madre glaciale e spietata, il padre assente ma sarcastico, e soprattutto Igor’, interpretato da Yura Borisov, il guardaspalle taciturno che con pochi sguardi racconta più del protagonista stesso.

Ma Anora non è solo un film sulle differenze economiche. È una riflessione sull’amore, sul desiderio e sulle illusioni che costruiamo per sopravvivere. Il montaggio di Baker, premiato con un altro Oscar, è chirurgico, capace di trasformare una fuga per la città in una corsa disperata verso un’utopia che non esiste. Il finale è un pugno nello stomaco: quando Anora, dopo essere passata attraverso l’inferno, riceve un gesto di gentilezza inaspettata, la sua reazione non è gioia, ma un crollo emotivo. È in quel momento che il film rivela la sua vera anima: la vita non è una favola, ma a volte, tra le macerie, si può trovare un diamante. E se Anora ha trionfato agli Oscar con cinque statuette dopo la Palma d’Oro a Cannes, non è solo per il talento tecnico o per la potenza della sua protagonista. È perché ci ricorda che il cinema può ancora essere un’arma, una lente attraverso cui vedere il mondo senza filtri. Un film che non si limita a raccontare una storia, ma che ti entra sotto la pelle e ci resta, molto dopo che le luci in sala si sono spente.