“Lana: – Brandon non guardare la mia stupida casa.
Brandon: – Non sto guardando la tua stupida casa, sto guardando te.”
Un film forte, che mette alla prova. “Boys Don’t Cry” è la storia di un ragazzo… o meglio la storia di Teena, una ragazza in preda ad una crisi d’identità sessuale. Non sa più chi è, anzi sa di essere quello che non vuole essere e perciò fa di tutto per cambiare quel che sarà. Non vuole indossare una gonna e mette i pantaloni; non vuole avere ciò che distingue una donna, e mette le fasce al seno e taglia i capelli. Rifiuta quello che la natura le ha dato, semplicemente per essere quello che sente di essere dentro di sé. Diventa Brandon Teena, si trasferisce a Lincoln e si innamora di Lana. Ma la situazione precipita quando scoprono la vera identità del ragazzo e il suo essere un transgender.
Il film, basato su una storia vera, estrapolata da un fatto di cronaca che vedeva protagonista Teena Brandon, biologicamente transgender e che cambiò il proprio nome in Brandon Teena, ha riscosso, nonostante la non eccellente diffusione, un notevole successo. I protagonisti, entrambi giovanissimi, si sono guadagnati molti riconoscimenti: Hilary Swank (Teena) l’Oscar per miglior attrice protagonista e, Chloè Sevigny, quello da miglior attrice non protagonista nel 2000. Un Golden Globe per entrambe e un premio BAFTA anocra per Hilary. Una storia che non ha un lieto fine, o forse non per tutti i protagonisti; sottolinea la non accettazione delle differenze che, inevitabilmente, emerge nella nostra e nelle altre società che porta a conseguenze estreme, tragiche. Un film, insomma, dall’impatto e messaggio forte che sta a ognuno di noi cogliere.