“Noi siamo una coppia che non si tocca, che non si tocca! Ci piacciamo, ci piacciamo e stiamo un sacco di tempo insieme. Però non ci tocchiamo, va bene?”
Partendo dal fatto indiscutibile che ogni film di Vincent Gallo è quantomeno da provare a vedere, se non altro per poi classificarlo e nel caso tagliarlo sul nascere, il film, primo sforzo di lungometraggio del regista, è notevole. Gallo è quello che un artista dovrebbe essere: strafottente, sfrontato e inetichettabile; si autodefinisce “uno dei più incompresi talenti degli ultimi 25 anni” e vende il suo seme per un milione di dollari.
La storia, una sorta di love story al contrario è spiazzante e grottesca e tratta di un’ordinaria quanto assurda analisi personale. È la storia del primo giorno fuori di prigione di Billy Brown (Vincent Gallo), un ragazzo di periferia scostante, insicuro e allineato nella vita e negli affetti, e della sua assurda love-story con Leyla (Cristina Ricci). Il film, dai toni spenti, zozzura e fotografia da paranoia rende bene una realtà ruvida, depressa e rassegnata.