“Non sono i benvenuti, non sono ben accetti, non sono umani”
Tutto normale e previsto… anche voi, quando vi si presenteranno davanti agli occhi i “gamberoni” alieni, penserete: “Se prendo quello che mi ha consigliato questo film…!” Doverosa premessa ed altrettanto doverosa critica mossa nei confronti di questa recente pellicola fantascientifica: non troppo azzeccata la scelta della morfologia degli alieni che sbarcano in questo caso sul nostro pianeta. Per nostra fortuna le brutte notizie sono finite ed anche nella cinematografia a volta le apparenze ingannano.
District 9 si rivela un ottimo prodotto, che si staglia dal panorama del paranormale grazie ad una forte componente morale, che impreziosisce la trama fino a renderla davvero convincente. La trama, appunto, ci racconta di uno sbarco alieno piuttosto casuale che avviene nei pressi di Johannesburg, presumibilmente a causa di un’anomalia della navicella che li trasporta. Non la solita invasione per la conquista della terra insomma, ma una fermata fortuita che automaticamente tramuta gli invasori in vittime, “messi all’angolo” dalla popolazione locale. Il regista sapientemente ci presenta una realtà ai nostri antipodi attraverso un’interessante vicenda di emarginazione e ghettizzazione del diverso, discostandosi dai normali canoni a cui siamo abituati.
Neill Blomkamp col suo primo lungometraggio ci presenta quindi un prodotto consigliato a chi cerca contenuti diversi e più profondi in un film dal guscio fantascientifico, ma dal contenuto assolutamente reale.