“Questa è la mia mano, posso muoverla, e in essa pulsa il mio sangue. Il sole compie ancora il suo alto arco nel cielo. E io… io, Antonius Block, gioco a scacchi con la Morte.”
Il biondissimo cavaliere crociato Antonius Block (von Sydow) ed il suo scudiero Jöns (Gunnar Björnstrand) sono appena rientrati in una scandinavia devastata dalla peste dopo anni di combattimenti in Terra Santa in nome di Dio. Quello stesso Dio che Antonius, in preda ad una crisi esistenziale, invoca disperatamente senza però ottenere alcuna risposta e che lo scettico Jöns quasi sbeffeggia dall’alto del suo materialismo convinto. I turbamenti interiori del nobile cavaliere vengono ulteriormente scossi da una macabra epifania: la Morte, sotto forma di un uomo incappucciato, è giunta da lui per comunicargli che la sua ora è giunta.
Tuttavia Antonius non si sente ancora pronto per salutare la vita e decide così di provare a sfidare la Morte in una partita a scacchi, al fine di guadagnare ancora un po’ di tempo. Antonius e Jöns iniziano dunque un viaggio inframezzato proprio da alcuni incontri alla scacchiera tra il cavaliere ed il suo ultimo rivale. Nel corso di questo viaggio conosceranno il delirio ed il fanatismo religioso che pervadono una popolazione atterrita dalla peste. Ma anche la semplicità e la tenerezza di una coppia di saltimbanchi con il loro neonato, i quali aiuteranno Antonius a ritrovare un senso in una vita che ci pone molti quesiti senza fornirci i mezzi per risolverli definitivamente. Che altro dire: Ingmar Bergman, un capolavoro ed un film che va visto a priori in quanto pietra miliare della cinematografia mondiale.