“E se avessi avuto un figlio maschio, ti permetteresti di fare la stessa cosa?”
“Inshallah a Boy” di Amjad Al-Rasheed emerge come un’esplorazione potente e coinvolgente della realtà di una donna che combatte contro le tradizioni patriarcali e le leggi obsolete in Giordania. Attraverso la lente di Nawal, magistralmente interpretata da Mouna Hawa, il film ci trasporta in un viaggio emotivo e viscerale all’interno delle complesse dinamiche di genere, legge e libertà personale. Il racconto di Nawal non è solo la sua storia; è un microcosmo delle esperienze di innumerevoli donne che affrontano la dura realtà di una società che cerca di definire il loro valore, i loro diritti e la loro identità. Con una regia attenta e una sceneggiatura che bilancia abilmente il personale con il politico, il film sfida lo spettatore a riflettere sulle ingiustizie radicate e a riconoscere la resilienza e la determinazione di coloro che scelgono di resistere.
La fotografia del film, insieme alle interpretazioni autentiche e profonde del cast, crea un’atmosfera avvolgente che cattura l’essenza della lotta di Nawal. Ogni personaggio, da Nawal stessa al suo supporto incostante e alle figure opprimenti che la circondano, è ritratto con una complessità che risuona veramente con la realtà. La produzione è più di un film: è un appello alla solidarietà, all’empowerment femminile e alla necessità di un cambiamento sociale. È una pellicola che dovrebbe essere vista da tutti coloro che sono interessati a comprendere meglio le sfide affrontate dalle donne in contesti oppressivi e da chiunque apprezzi il cinema come mezzo per esplorare e commentare questioni sociali profonde. Il pubblico ideale per questo film abbraccia non solo coloro che sono direttamente interessati ai diritti delle donne e alle questioni di genere, ma anche chi cerca storie di forza umana, di sfida alle avversità e di crescita personale.