Kynodontas

Κυνόδοντας (Kynodontas) - Yorgos Lanthimos, 2009


Voto medio: 4,17
(24 voti totali)

Film consigliato

da

DURATA: 94 minuti
GENERE: Drammatico
CAST: Christos Stergioglou, Michele Valley, Aggeliki Papoulia, Mary Tsoni, Hristos Passalis, Anna Kalaitzidou, Alexander Voulgaris.

“L’animale che ci minaccia è un gatto. L’animale più pericoloso che ci sia. Mangia la carne. La carne dei bambini in particolare. Dovremo essere pronti nel caso in cui invada la casa o il giardino.”

Conosciuto anche come Dogtooth, titolo originale che come da titolo internazionale significa “canino”, Dogtooth è una pellicola difficile da reperire, difficile da intendere e difficile da digerire. Una di quelle produzioni al limite tra il genio ed il malato, per intenderci. Parla di una famiglia greca i cui tre figli non sono mai usciti di casa, vittime inconsapevoli di genitori che non saprei definire; ci provo con una serie di aggettivi: possessivi, malsani, psicopatici, assolutamente ripugnanti. Anche se forse si parla solo del padre… che la moglie sia complice o succube del marito lo lascio stabilire a voi. Non stiamo parlando di nessun rapimento come in Room, nessuna tortura stile The Human Centipede: si tratta di una scelta di vita familiare da parte di due genitori i cui aggettivi sono riportati sopra.

Se solitamente mi stupisco delle scelte della distribuzione italiana in merito alle pellicole straniere che vengono preferite o scartate per essere proiettate nelle nostre sale, non mi meraviglia affatto la mancata selezione di questa pellicola. Candidato all’Oscar 2011 tra i migliori film stranieri e già vincitore del premio Un Certain Regard al 62º Festival di Cannes, Dogtooth non è un film che avrebbe potuto far guadagnare molto a chi ne avesse comprato i diritti: questo perché non è un film per tutti. Gli elementi sessuali e di violenza che ne pregiudicano un eventuale gradimento da parte di un pubblico medio sono solo marginali; più che altro è lo stile del regista Yorgos Lanthimos a renderlo un film di nicchia, apprezzabile soprattutto da cultori della Settima Arte. Molto simile a The Lobster (forse la sua opera più conosciuta) come velocità di narrazione, fotografia, colori ed atmosfera, ma molto più sadico, cupo, quasi perverso. A tratti stomachevole, ma di quel repulso di cui non si può fare a meno. Volendo si possono trovare anche chiavi di lettura politiche e sociali molto forti, ma questo lo lascio al vostro giudizio. Non è facilissimo da trovare online o in videoteca, ma se ci riusciste sarebbe bello conoscere la vostra opinione condividendola con noi su Facebook o Twitter: potremmo parlare di questo film per ore!