“Già domani milioni di persone mi malediranno, ma è questo che ha voluto il destino.”
Un film documento di una delle pagine più tristi e crude della storia. Oliver Hirschbiegel (The Experiment, Invasion) ci descrive in maniera doviziosa le fasi del declino della Germania nazista, guidata da un Furher che sembra ormai confuso, stanco ed invecchiato. La vicenda, infatti, si riduce a poche, tragiche giornate, in cui Hitler è costretto a Berlino dall’avanzata impetuosa dell’esercito russo. I fidi generali di anni “gloriosi” lo stanno tradendo ad uno ad uno ma il sanguinario dittatore si dimostra ostinato fino all’ultimo. Il ritratto che però ci viene proposto è di uomo instabile, spesso dispotico ma anche stranamente umano e riconoscente con i suoi aiutanti personali. Ma la fine è vicina, e con il passare dei giorni anche le residue speranze dell’ostinato nazista vengono a scemare. Il suicidio suo, di sua moglie e di gran parte dei suoi più alti collaboratori è storia e non è certamente presentato come un colpo di scena.
Una pellicola di cui ho apprezzato la fedeltà ed il “basso profilo”; il risultato è qualcosa di molto simile alla ricostruzione storica. Nel 2005 viene candidato agli Oscar come miglior film straniero (poi vinto da Mare Dentro), il giusto premio per un documento importante della nostra storia recente.