“È un gruppo altamente addestrato di almeno dieci uomini… Efficienti, spietati e meticolosi!”

Tredici candidature agli Oscar (quattro vinti), cinque ai Golden Globe (due vinti) e il Leone d’Oro alla 74ª Mostra di Venezia. La recensione potrebbe finire qua: è un film da vedere assolutamente. Guillermo del Toro non sbaglia il colpo, lanciandosi in una fiabesca storia d’amore tra un’adorabile donna delle pulizie muta ed un animalesco essere dalle sembianze anfibie. Mi piace definirlo come un mix de “La Bella e la Bestia” e “La Sirenetta”, in un film (non animato) ambientato ne “Il Favoloso Mondo di Amélie”. Film sicuramente adatto ai sognatori ed agli amanti delle fiabe cinematografiche. Però c’è di più, quel tocco à la del Toro che solo nei sui film si può trovare, particolarmente in “Il Labirinto del Fauno”. Sto parlando di una magia disincantata, che pare più reale che fiabesca e che fa accettare allo spettatore anche ciò che in realtà è assurdo e che allo stesso tempo fa viaggiare con la mente.

Elisa è una ragazza muta che lavora come donna delle pulizie in una base militare e che si innamora di una creatura catturata dai cattivoni di turno, gli stessi militari. Lasciamo perdere le domande che sorgono spontaneamente, come “perché una donna delle pulizie ha accesso ad un’area ultra segreta?” ed addentriamoci in quella che, animalesca o zoofila che si dica, è una gradevole storia, appunto, d’amore. Il capo della sicurezza è l’antagonista principale, un cazzuto ed inarrestabile presuntuoso deciso ad ammazzare “la risorsa” prima che finisca nelle mani nemiche. Lui è il vero perno della trama, a mio avviso, essendo impegnato in tutti i fronti sviluppati dalla pellicola ed essendo interpretato in maniera eccelsa da Michael Shannon, alla seconda candidatura consecutiva come miglior attore non protagonista.

L’unica nota non positiva di tutto ciò è solo extra-film, ossia che non influisce minimamente con la visione e lo svolgimento di esso. “The Shape of Water” ricorda troppo, e purtroppo, “The Space Between Us”, un corto fantascientifico del 2015 che potete tranquillamente trovare su YouTube e che, come potrete notare, è assolutamente simile. Questo nella Notte degli Oscar non ha pesato affatto e Guillermone si è portato a casa Miglior Regia e Miglior Film (più Scenografia e Colonna Sonora); comunque c’è da dire che, plagio o non plagio, “La Forma dell’Acqua” rimane assolutamente un film meritevole e da vedere.

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