Land of Mine – Sotto la Sabbia

Under Sandet - Martin Zandvliet, 2015


Voto medio: 3,94
(65 voti totali)

Film consigliato

da

DURATA: 100 minuti
GENERE: Drammatico, Guerra
CAST: Roland Møller, Mikkel Boe Følsgaard, Laura Bro, Louis Hofmann, Joel Basman, Oskar Bökelmann.

“Sono solo dei ragazzi che chiamano la mamma quando hanno paura.”

Land of Mine è un film straziante con un potente messaggio contro la guerra, di qualsiasi genere. Un dramma spietatamente realista che apre il coperchio su un poco noto capitolo della Seconda Guerra Mondiale: la “compensazione” dei crimini di guerra rivolta dai soldati danesi a quelli tedeschi – la rimozione forzata di oltre un milione di mine naziste dalle spiagge danesi, ad opera dei prigionieri di guerra tedeschi.

La guerra è appena conclusa. Il sergente danese Carl Rasmussen (Roland Møller) ha l’incarico di far sminare una spiaggia piena di ordigni nazisti, posizionati in migliaia sotto la sabbia in caso di sbarco dei nemici sul suolo appunto danese. Già nelle prime scene vediamo il sergente inveire contro i prigionieri, urlando ed aggredendoli. Chiaramente, il suo odio è alimentato da un intenso risentimento e un desiderio di vendetta, e in questo andiamo subito a sapere che il sentimento è comune a tutti i suoi connazionali. E perché no? Le forze di occupazione naziste hanno lasciato la loro nazione in uno stato pietoso di rovina e di privazione, e messo in atto chissà quali atrocità su di loro.

La cosa interessante è che lo spettatore è insolitamente posizionato: il pestaggio di un soldato tedesco è visto dal suo punto di vista accartocciato e sanguinante; ma siamo comunque in grado di capire la motivazione del sergente. La nostra solidarietà sarà divisa in questo modo per tutto il film. Siamo equidistanti dai personaggi e il loro destino, ma allo stesso tempo immersi nel loro mondo, a volte quasi insopportabile.

Il focus del dramma è il rapporto tra il sergente Rasmussen e un gruppo di giovani soldati tedeschi, tutti semplici ragazzi. Affamati e prigionieri in una spartana baracca, i giovani soldati di giorno lavorano su una spiaggia minata sotto lo sguardo del sergente, sdraiati su di essa in cerca dei letali dispositivi interrati. Le 45.000 mine (solo in quel tratto di sabbia) da scovare e disinnescare sono ciò che li separano da un promesso ritorno in patria… Ma sappiamo che le loro probabilità di sopravvivenza sono basse, così come la prospettiva del mantenimento della parola. In sostanza, essi sono in una missione suicida.

Con il tempo, il sergente però comincia a vedere il gruppo non come soldati o nemici, ma come essi sono: ragazzi con poca esperienza di guerra, poco più che bambini, bloccati in una terra straniera ostile, sporchi, spaventati, affamati e nostalgici. Sono anch’essi in qualche modo vittime del Reich. La sua percezione cambia, in contrasto con la disumanità costante dei suoi superiori.

Un film, come già detto, contro la guerra (in particolare contro il nazismo). Niente di paragonabile a capisaldi del genere (Il Figlio di Saul o Schindler’s List), ma che comunque ha già ricevuto critiche molto positive in ogni festival del mondo e che farà sicuramente bella figura nella notte degli Oscar 2017. Un film da vedere assolutamente, insomma.