“La gola è la porta dell’inferno, e noi siamo di guardia al cancello.”
Misteri dal Profondo è uno di quei titoli italiani che, appena lo leggi, ti fa pensare di essere finito nel trailer di un nuovo (e dimenticabile) episodio di Piccoli Brividi. O, peggio ancora, in uno di quei B-movie anni ’90 dove ti aspetti squali famelici pronti a ghermire qualche ignara vittima, gambe che nuotano freneticamente verso un’illusoria salvezza, e manichini inghiottiti nell’abisso come paperelle di gomma. E invece no. Di squali nemmeno l’ombra (purtroppo o per fortuna), e nemmeno mostri marini con denti più grandi della trama stessa. The Gorge (“la gola” – titolo originale) offre qualcosa di diverso: un mix di fantascienza, horror e romanticismo che – se preso con lo spirito giusto – riesce a intrattenere più di quanto ci si aspetti. E sì, alla fine dei conti, ci è andata bene: almeno ci siamo evitati “gola profonda” come adattamento del titolo… anche se, diciamolo, ai tempi di eMule sarebbe bastato un nome così per finire a scaricare un film che con l’horror aveva ben poco a che fare…
La trama parte da un’idea semplice ma intrigante: due cecchini d’élite, Levi (Miles Teller) e Drasa (Anya Taylor-Joy), vengono spediti ai lati opposti di un canyon misterioso, con l’ordine di difendere i confini e uccidere qualsiasi cosa tenti di uscire. Le regole sono rigide: nessun contatto con l’esterno e soprattutto nessun contatto tra di loro. Eppure, in quella solitudine forzata, qualcosa scatta. Prima si studiano, poi si sfidano, infine comunicano. Si avvicinano. Un passo alla volta, passando da giochi a distanza a parole scritte sui cartelli, fino a sfidare le regole e cercarsi. Il mistero della gola resta sullo sfondo, cupo e minaccioso, ma la tensione vera è tutta nei loro sguardi e nel silenzio che li separa. Per un’ora buona il film gioca benissimo con le atmosfere, con il non detto, con l’idea che qualcosa di oscuro sia pronto a scatenarsi. Ed è proprio questo l’aspetto che mi ha colpito di più: dal trailer mi aspettavo un thriller psicologico teso, tutto sul gioco di sguardi e sulle dinamiche sottili tra i personaggi. E in effetti, almeno nella prima metà, Misteri dal Profondo lo è. Lento, silenzioso, sospeso. Poi, però, cambia tutto.
Quando il mistero si svela e il film si trasforma in un horror sci-fi vecchio stile, il tono cambia drasticamente. Si passa dal thriller psicologico a qualcosa che sa più di Resident Evil o The Thing, tra mutazioni genetiche, creature spaventose e laboratori militari abbandonati. Ammetto che la svolta mi ha spiazzato: non me l’aspettavo, eppure – per quanto il film perda un po’ di quel fascino iniziale – la parte horror funziona. Certo, niente di particolarmente originale o “profondo”, a parte la gola: il film non si sforza di scavare nei personaggi o di proporre chissà quale riflessione. Le motivazioni dei protagonisti sono basiche, la caratterizzazione un po’ superficiale, e il finale è quello che è. Però… funziona. Ti intrattiene. E in fondo, per un film così, è quello che conta. Miles Teller e Anya Taylor-Joy fanno il loro, con una chimica discreta ma non esaltante. Sigourney Weaver, quasi ridotta a cameo, solo per il nome dà un’aggiunta di spessore e regala giusto un paio di momenti che alzano il livello, anche se il suo personaggio é veramente scontato. E le creature? Non sono nulla di rivoluzionario, ma hanno il loro perché: il design è interessante, l’atmosfera è densa e il senso di minaccia c’è tutto. Anche la colonna sonora, firmata da Trent Reznor e Atticus Ross, sa creare la giusta tensione.
Ora, se cerchi un film capace di sorprenderti con colpi di scena e introspezione, questo non è quello che fa per te. E se ti aspettavi un thriller puro e duro, preparati a rimanere deluso. Anzi, ti consigliamo di dare un’occhiata alla nostra sezione dedicata ai migliori thriller: lì sì che troverai pane per i tuoi denti! Ma se invece sei in cerca di un horror fantascientifico che strizza l’occhio ai classici anni ’80 e ai mostri mutanti alla Resident Evil, allora Misteri dal Profondo fa per te. Non è il film della vita, non cambierà il genere, e di certo non lo rivedrai mille volte. Ma per una serata senza troppe pretese, è perfetto. Ha quel mix di tensione e divertimento che funziona, e anche se il titolo fa pensare a uno squalo gigante pronto a saltare fuori dal basso, alla fine ci si trova davanti a una storia che, pur con tutti i suoi limiti, riesce a regalare qualche brivido e qualche sorriso. Un film che non lascia il segno, certo, ma che sa il fatto suo e che – almeno per chi ama le atmosfere cupe e le creature inquietanti – merita una visione. Magari con le aspettative giuste. Magari con il giusto distacco. Ma sicuramente da vedere almeno una volta. E poi chi lo sa? Magari la prossima volta che sentirai parlare di “misteri dal profondo” penserai a due cecchini solitari che si innamorano mentre difendono il mondo da un’arma biologica fuori controllo, e non ad un libro del terrore per adolescenti.