Mulholland Drive

Mulholland Dr. - David Lynch, 2001


Voto medio: 3,31
(135 voti totali)

Film consigliato

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DURATA: 146 minuti
GENERE: Drammatico, Thriller
CAST: Naomi Watts, Jeanne Bates, Laura Harring, Robert Forster, Brent Briscoe, Justin Theroux, Ann Miller, Angelo Badalamenti, Diane Baker, Melissa George, Bonnie Aarons, Patrick Fischler, Michael Cooke, Michael J. Anderson, Dan Hedaya, David Schroeder, Robert Katims, Marcus Graham, Mo Gallini, Mark Pellegrino, Vincent Castellanos, Charles Croughwell, Rena Riffel, Michael Des Barres, Lori Heuring, Billy Ray Cyrus, Tad Horino, Missy Crider, Tony Longo, Katharine Towne.

“Lei mi rivedrà soltanto un’altra volta se farà il bravo; lei mi rivedrà altre due volte, se farà il cattivo.”

Spero che molti di voi conoscessero già il compianto David Lynch, e spero che molti apprezzassero il suo stile. Ma soprattutto spero che nessuno cerchi di cavarne fuori tutte le risposte che i suoi film sembrano esigere: non perché siano privi di senso – anzi, tutt’altro – ma perché la visione di Lynch non è per tutti, e probabilmente è troppo personale per essere pienamente decifrata. Questa è la forza di un regista che ha sempre preferito evocare piuttosto che spiegare, lasciare domande piuttosto che fornire risposte rassicuranti.

Mulholland Drive prende il nome dall’omonima lunga strada di Los Angeles, e proprio lì inizia la vicenda della nostra protagonista, Rita, che sfugge per un soffio alla morte ma finisce per perdere la memoria. Una premessa che pare semplice, ma in realtà è solo l’avvio di un viaggio mentale che scivola tra realtà, sogno e allucinazione, dove la narrazione si sbriciola e si ricompone in modo sempre più frammentato. A un certo punto, diventa quasi impossibile distinguere l’illusione dal piano concreto, e lo spettatore resta con un senso di inquietudine che rasenta la nausea, come se ci si trovasse a un passo dall’abisso ma senza avere il coraggio di guardarci dentro per davvero.

Ancora una volta, Lynch aveva saputo colpire nel segno, mettendo insieme un film di grande impatto visivo, popolato da figure enigmatiche e scandito da attimi di pura follia. Più che la trama in sé, ciò che conta qui è la sensazione che la storia trasmette, quell’inquietudine di fondo che ci accompagna per tutta la durata della pellicola e che continua a girarci in testa ben dopo i titoli di coda. È un viaggio in cui la logica si perde in un labirinto di immagini e suoni, dove la strada – Mulholland Drive – diventa il simbolo stesso dell’incertezza e del desiderio di sfuggire a una minaccia indefinita.

Non aspettatevi, dunque, una storia lineare o delle risposte precise. Lynch, d’altronde, non ha mai voluto “spiegare” i suoi film, anzi li ha sempre lasciati aperti all’interpretazione. Qui, ogni scena sembra racchiudere un enigma, ogni svolta narrativa appare come un tratto di penna in un quadro surrealista, dove la coerenza cronologica è meno importante della forza con cui vengono evocate le emozioni. Se poi siete davvero curiosi, sul web esistono abbondanti analisi e teorie che provano a sezionare il film fotogramma per fotogramma. Ma la domanda è: fino a che punto ne vale la pena? Parte del fascino di Mulholland Drive sta proprio nell’accettare l’ignoto, abbandonarsi allo smarrimento e, in un certo senso, godere di quell’angoscia disturbante.

C’è chi vede in questo film un capolavoro, chi lo considera un puzzle da risolvere, chi ammette di esserne rimasto disorientato. La verità è che Lynch aveva creato un’opera che lascia un segno personale in ogni spettatore, e non ce n’è uno che reagisca nello stesso modo. È proprio questo a rendere speciale la sua poetica: il desiderio di portare il cinema su un piano onirico, di far sì che ogni scena funzioni come uno squarcio nell’immaginario collettivo. Mulholland Drive è un viaggio al limite tra il reale e il surreale, e sta a noi decidere quanto vogliamo (o possiamo) interpretarne il significato.

Se poi la brama di spiegazioni vi tormenta, e non potete fare a meno di cercare interpretazioni di ogni singolo gesto e inquadratura, avrete a disposizione pagine e pagine di analisi online. Resta tuttavia la sensazione che, anche dopo aver letto tutto, una parte di noi desideri rimanere nell’oscurità. È lì che Mulholland Drive mostra la sua forza, in quell’ombra piena di potenziale e di mistero, dove il sogno sfuma nella realtà in modo indissolubile. In fondo, era la firma inconfondibile del suo autore: proporre mondi in cui nulla è mai così lineare come sembra, e in cui il dubbio, invece di essere sconfitto, diventa la chiave di accesso a un’esperienza cinematografica unica.