“Per farla breve ho deciso di suicidarmi, il problema del suicidio però è che non puoi farla breve…”
È la notte di capodanno a Londra, e Martin Sharp, reduce da uno scandalo che gli ha stravolto la vita, decide di togliersi la vita buttandosi da un palazzo, noto come “la cima dei suicidi” per la quantità assurda di persone che si buttano giù. Mentre cerca il coraggio e si accende l’ultimo sigaro, Maureen, Jess e JJ escono dalla porta con la stessa intenzione. I quattro si presentano e fanno una promessa: aspettare fino al giorno di San Valentino. Durante mille peripezie i quattro iniziano a conoscersi e diventano amici, spogliandosi di tutti i loro problemi, fino ad andare addirittura in vacanza.
In questo film ci sono due delle mie cotte: il grande James Bond della mia infanzia e Jesse Pinkman durante gli ultimi anni. Detto questo, il film mi è piaciuto, non cerca una morale o altro, non cerca di propagandare quanto “la vita è sempre bella e bla bla bla”. Semplicemente mostra quanto una persona può soffrire per un motivo o per l’altro e magari non mostrarlo ai suoi cari. I quattro sono divertenti insieme, e la buffa faccia di Imogen Poots è una scommessa vincente. Mi ha fatto capire davvero cosa significa “commedia drammatica” che finora non avevo capito, dato che l’unione dei due generi è alquanto strana.