Nosferatu

Nosferatu - Robert Eggers, 2024


Voto medio: 3,77
(83 voti totali)

Film consigliato

da

DURATA: 132 minuti
GENERE: Horror
CAST: Aaron Taylor-Johnson, Bill Skarsgård, Nicholas Hoult, Lily-Rose Depp, Emma Corrin, Willem Dafoe, Simon McBurney, Ralph Ineson, Stacy Thunes, Paul A Maynard, Roman Bloodworth.

“Davanti a me in piedi c’era… la morte. Ma ero così felice…”

Ci sono film che, nel momento stesso in cui vengono annunciati, sembrano destinati a diventare leggenda. Il Nosferatu di Robert Eggers è uno di questi. Anni di attesa, rumor e anticipazioni ci hanno condotti a questa nuova incarnazione del vampiro più inquietante e iconico della storia del cinema. Ma ora che il film è finalmente arrivato, possiamo dire che è all’altezza delle aspettative? La risposta è un convinto sì, con qualche riserva. Eggers non si limita a rifare un classico: lo reinventa, lo omaggia, lo fa suo. Nosferatu non è solo una lettera d’amore al cinema di Friedrich Wilhelm Murnau e Werner Herzog, ma anche un’opera che si confronta con le paure e le ossessioni della nostra epoca. Laddove il film del 1922 incarnava il terrore di un disastro storico imminente e quello del 1979 rifletteva sull’alienazione individuale, Eggers ci offre una visione profondamente contemporanea, in cui il male si insinua non solo nei luoghi, ma anche nei corpi e nelle menti.

La prima cosa che colpisce è l’estetica. Visivamente, Nosferatu è un’esperienza ipnotica. Eggers e il suo direttore della fotografia, Jarin Blaschke, creano un mondo dove luci e ombre non sono solo elementi visivi, ma veri e propri personaggi. Il gioco di contrasti, il desaturato che sfiora il bianco e nero e le architetture gotiche che sembrano voler toccare il divino sono un tributo al cinema espressionista e al suo potere di rendere visibile l’invisibile. Ogni inquadratura è una composizione perfetta, un quadro che potrebbe essere esposto in un museo. Ma non si tratta solo di bellezza: qui ogni dettaglio serve a costruire una tensione palpabile, una sensazione di minaccia incombente che cresce fino a esplodere.

Bill Skarsgård, nei panni del Conte Orlok, è l’incarnazione stessa di questa minaccia. La sua presenza è un misto di fisicità brutale e inquietudine intangibile. Eggers sceglie di dosare la sua apparizione, aumentando l’attesa e l’impatto emotivo. Quando finalmente appare in tutto il suo macabro splendore, è impossibile distogliere lo sguardo. La sua voce, trattata come un effetto sonoro che rimbomba nella sala, è un dettaglio geniale: non è semplicemente la voce di un uomo, ma un elemento che sembra provenire da un’altra dimensione, amplificando il senso di disorientamento. Lily-Rose Depp, nel ruolo di Ellen, offre una performance sorprendente. La sua Ellen non è solo una vittima, ma un personaggio complesso, diviso tra il desiderio e il terrore, tra la repulsione e l’attrazione verso il vampiro. Il suo sacrificio, riletto attraverso una lente moderna, assume una potenza emotiva che colpisce profondamente. Nicholas Hoult, nei panni del marito Thomas, interpreta un uomo che lotta contro le sue insicurezze e la sua incapacità di confrontarsi con un male che lo sovrasta. Anche Willem Dafoe, nel ruolo di un esperto di occultismo, riesce a dare al film una nota di ironia oscura che bilancia i momenti più cupi.

Tuttavia, non tutto è perfetto. La seconda metà del film perde un po’ del ritmo e della tensione accumulati nella prima parte. Alcune scelte narrative, soprattutto riguardo ai personaggi secondari, sembrano meno incisive di quanto avrebbero potuto essere. Questo rallenta leggermente l’avanzare della trama, rendendo il climax meno travolgente di quanto ci si aspetterebbe da un’opera così ambiziosa. Ma Nosferatu non è solo una storia di vampiri. È una riflessione sulle paure collettive e individuali, sul desiderio e sulla perdita, sulla tensione tra il sacro e il profano. Eggers affronta temi universali e attualissimi: il conflitto tra natura e cultura, il potere distruttivo del desiderio, la fragilità dell’identità di fronte al male. È un film che parla del nostro tempo, ma lo fa attraverso un linguaggio visivo e narrativo che sembra senza tempo.

Chi dovrebbe vedere Nosferatu? Sicuramente gli amanti del cinema d’autore e dell’horror gotico, ma anche chi cerca un’esperienza visiva unica, capace di immergerlo in un mondo lontano eppure stranamente vicino. È un film che non si limita a raccontare una storia, ma invita lo spettatore a confrontarsi con le proprie paure e desideri.