Paz!

Paz! - Renato De Maria, 2002


Voto medio: 3,77
(75 voti totali)

Film consigliato

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DURATA: 102 minuti
GENERE: Commedia
CAST: Flavio Pistilli, Claudio Santamaria, Max Mazzotta, Fabrizia Sacchi, Paolo Briguglia.

“Che cazzo mi prende? Com’è che mi gira così male? Ha ragione lo zio: l’hashish fa male. Al cervello. Oh Dio… Luisa, Matteo, Gianna, la pula, Lucilla. Questo cielo così bianco…”

Paz! è decisamente un cult, un must see italiano dall’aspetto anni ‘90 che esce nel 2002 e racconta della Bologna del ’77. Una pellicola che, al pari di “Jack Frusciante è Uscito dal Gruppo” e “Radiofreccia“, per me, ha tutto il sapore del cinema indipendente e rivoluzionario made in Italy. Pieno di inesattezze cronologiche (quasi tutta la colonna sonora è fatta di canzoni successive al 1977), non si focalizza sul raccontare gli eventi del periodo; Bologna fa solo da sfondo alle vicende di Penthotal, Fiabeschi e Zanna (e compagni), i tre principali protagonisti di questo sconclusionato film. Tratto dai fumetti di Andrea – Paz – Pazienza, i tre ragazzi non sono in alcun modo connessi tra loro (anche se il regista, Renato De Maria, ama farli incrociare tra le vie del capoluogo emiliano) e viaggiano su altrettanti livelli narrativi non collegati tra di loro. Potrà sembrare strano ma condividono anche lo stesso appartamento, al civico 43 di via Emilia Ponente: non sono coinquilini, sono solo i protagonisti di una trama che manca assolutamente di linearità e che li vede raccontare le proprie vite.

Non focalizzatevi sul capire perché l’appartamento sia lo stesso per tutti: è solo un altro pretesto per unire tre vicende di ragazzi accomunati dal tessuto sociale bolognese anni ’70. Penthotal è un disegnatore che viene lasciato da una ragazza della quale in realtà non è neanche innamorato e cade in una depressione frutto solo di un carattere passivo e svogliato; Fiabeschi è una sanguisuga che vive sulle spalle di una fidanzata troppo innamorata e che solo pensa a trovare qualcosa da fumare; Zanardi e soci sono i classici liceali bulli e ribelli, la cui massima preoccupazione è vendicarsi nei confronti di una preside vista come dittatrice. Ventiquattrore bolognesi raccontate tramite intrecci che narrano sostanzialmente il disagio di una generazione vittima di apatia, droga ed insoddisfazione. Paz! è assolutamente consigliato agli amanti di pellicole “ribelli”: lungi dal definirlo “il Trainspotting italiano”, rimane comunque un grande racconto di formazione e anarchia giovanile in un’epoca e in una città fomentatrici di rivoluzioni di qualsiasi tipo. L’anacronistica e sopracitata colonna sonora, inoltre, è la ciliegina sulla torta.