Radical

Radical - Christopher Zalla, 2023


Voto medio: 3,89
(9 voti totali)

Film consigliato

da

DURATA: 125 minuti
GENERE: Commedia, Drammatico
CAST: Eugenio Derbez, Daniel Haddad, Jennifer Trejo, Mia Fernanda Solis, Gilberto Barraza, Christian Gonzalez, Enoc Leaño.

“Non possiamo risolvere i problemi con lo stesso tipo di pensiero che abbiamo usato quando li abbiamo creati.” Albert Einstein

Quando si parla di film che affrontano l’educazione in modo innovativo e ispiratore, “Radical” si distingue come una delle opere più incisive e commoventi del 2023. Diretto da Christopher Zalla e basato su una storia vera, il film segue la vicenda di Sergio Juarez Correa, interpretato da un impeccabile Eugenio Derbez, un insegnante che arriva in una scuola elementare in una delle zone più povere del Messico, portando con sé un approccio completamente diverso all’insegnamento. E qui inizia una storia che non solo colpisce per la sua narrazione, ma soprattutto per il messaggio di speranza che riesce a trasmettere. Sin dai primi minuti, ci rendiamo conto che “Radical” non è il classico film drammatico sull’educazione, c’è qualcosa di più: il desiderio di sfidare un sistema scolastico vecchio, obsoleto, e di mostrare come la passione e l’innovazione possano cambiare la vita di bambini apparentemente destinati al fallimento. Sergio non è un insegnante tradizionale: invece di attenersi a un programma predefinito, decide di portare i suoi studenti a esplorare, a pensare in modo critico, a capire il mondo in un modo che nessuno aveva mai fatto prima. Il suo approccio? Radicalmente diverso, e proprio per questo il film ha il titolo che porta.

Eugenio Derbez offre una performance straordinaria. Se lo avete conosciuto per i suoi ruoli comici in film come “CODA” o “Instructions Not Included”, qui lo vedrete in una veste completamente nuova. Il suo Sergio è un uomo genuino, mosso da un profondo desiderio di fare la differenza, ma anche consapevole dei limiti del contesto in cui si trova. La sua empatia nei confronti degli studenti è palpabile, e nonostante le difficoltà, non si arrende mai. La chimica che crea con i giovani attori, in particolare con Jennifer Trejo (promettente attrice: l’ho cercata sul web, sognando una parentela con il mitico Machete ma non ha nulla a che vedere con Danny) che interpreta Paloma, è uno degli elementi più potenti del film. Paloma, una ragazza brillante con una passione per la scienza, rappresenta la speranza di un futuro migliore, non solo per sé stessa, ma per tutti quei bambini che non hanno mai avuto la possibilità di sognare in grande. Il tema della povertà è trattato con realismo e delicatezza. Le vite dei bambini sono segnate da sfide enormi: famiglie disfunzionali, violenza, criminalità, e una società che sembra averli già condannati a un futuro di disperazione. Eppure, attraverso gli occhi di Sergio, vediamo che c’è speranza, che ogni bambino ha il potenziale per fare qualcosa di grande, se solo qualcuno crede in loro. Ed è proprio questo il cuore pulsante di “Radical”: la convinzione che un insegnante possa cambiare il destino di una generazione.

Visivamente, il film è suggestivo. Le riprese mostrano con crudezza la realtà della vita nei sobborghi messicani, ma allo stesso tempo riescono a catturare momenti di incredibile bellezza, soprattutto nei momenti in cui i bambini cominciano a credere nelle loro capacità. C’è una scena in particolare, in cui Sergio utilizza l’acqua come metafora per spiegare concetti scientifici complessi, che riesce a trasmettere perfettamente il potere trasformativo dell’educazione. Certo, non tutto è perfetto. La narrazione, a volte, potrebbe sembrare troppo idealistica o prevedibile. E forse è vero che alcuni dei momenti più drammatici sono un po’ forzati, ma in un film come questo, dove il messaggio è così potente, è facile perdonare queste piccole sbavature: “Radical” non è solo un film sull’educazione; è un film sulla resilienza, sulla speranza, e sull’importanza di credere che ogni bambino meriti una possibilità. È una critica forte e diretta al sistema scolastico tradizionale, un sistema che, come sottolinea il film, spesso soffoca la creatività e l’entusiasmo degli studenti, invece di coltivarli. Ma è anche un inno agli insegnanti che, nonostante le avversità, continuano a lottare per fare la differenza.