“Doc, ci vuole più rincorsa, non c’è strada sufficiente per arrivare a 88 miglia.”
“Strade? Dove andiamo noi non servono… strade!”
Un capolavoro di originalità in pieno stile anni ’80, “Back to the Future” è una trilogia che va necessariamente vista almeno una volta nella vita, a prescindere dai propri gusti in fatto di cinema. Per i fortunati che sono cresciuti con opere del genere, non si tratta solo di un banale film, ma di un pezzo di cuore e di anima. Tra le altre cose, ha ricevuto un Oscar ed è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
La geniale trama ha come protagonisti sostanzialmente tre personaggi: Michael J. Fox, nel ruolo di un comune ragazzo con il rock nel sangue (Marty McFly) e un gilet arancione perennemente addosso; il mitico Christopher Lloyd, nei panni del professore (nonché scienziato strambo) Emmett Brown ma soprattutto la leggendaria DeLorean, fascinosa macchina del tempo che dà il meglio di sé raggiunte le 88 miglia orarie.
Marty è il solo amico del professore, un eccentrico luminare della tecnologia che si presenta all’inizio del film con la sopracitata auto proponendo uno strampalato viaggio tra epoche. Si imposta data e ora d’arrivo e si parte, lasciando sull’asfalto la famosa scia di fuoco che tutta la cinematografia successiva ha poi usato e strausato. In questo primo capitolo si viaggia a ritroso nel tempo, negli anni ‘50, dove il protagonista dovrà stare attento a non interferire con la vita dei suoi genitori per non compromettere la propria. Dovrà anche ritrovare l’inconsapevole “Doc” di trent’anni prima per aggiustare la DeLorean e rifornirla per il viaggio di ritorno nella propria era. Un susseguirsi di avvenimenti alquanto casuali, incoscienti e talvolta imbarazzanti, assicura una visione per nulla scontata e senza alcun istante di noia.
Beati i nostri genitori o fratelloni che se lo sono gustato al cinema con degli M&M’s in una mano e una 7Up o una Pepsi nell’altra… queste sono un film e una trilogia di cui ognuno deve possedere almeno una copia da vedere almeno un paio di volte all’anno!