“Dei bianchi stanno rapendo delle persone nere! E li riducono in schiavi del sesso… o merda simile! Oh, mi scusi per la merda… mi scusi.”
Ammetto che vedere questa pellicola tra le nominate per vari premi nell’edizione degli Oscar 2018 un po’ mi abbia stupito. Miglior attore protagonista, miglior sceneggiatura originale, miglior regia, miglior film. Credo che queste nomination rappresentino già una vittoria per Jordan Peele (primo film da regista) e compagnia bella. Che sia un film di indiscutibile valore non lo metto in dubbio, ma mi sembra un tantino esagerato. Posso capire la candidatura per la sceneggiatura, punto forte di questa produzione… ma sembra veramente strano che il cinema americano non sia stato in grado di sfornare qualcosa di meglio nel 2017. A questo punto tiferò proprio per Get Out perché vinca questa statuetta: mi piacciono gli outsider. Considerando poi che una pellicola considerabile come “horror” sia in lizza per vincere qualcosa di così importante, fa aumentare la voglia di vedere almeno un premio in bacheca. Viva gli horror “impegnati”, che spaventano e allo stesso tempo fanno pensare!
Non voglio screditare niente e nessuno, sia chiaro, perché comunque lo consiglio assolutamente come film da vedere. È solo che lo considero alla stregua di una puntata di Black Mirror: incredibile, stupefacente, assurdo e allo stesso tempo possibile, riflessivo. Però pur sempre un episodio, una produzione d’intrattenimento, non una pellicola da Storia del Cinema. Fatto sta che non decido io chi va agli Oscar, quindi stop con una futile lamentela. Questo sito consiglia solo film belli e Get Out, ripeto, lo è.
Il riferimento a Black Mirror non è tecnologico, bensì atmosferico: tutto pare reale, o quantomeno possibile, dall’inizio alla fine. Accettando la realtà del film siamo catapultati in un’atmosfera, appunto, di critica ad un aspetto della società contemporanea che al regista preme sottolineare, proprio come avviene nella serie Netflix. Daniel Kaluuya è protagonista di questo ottimo horror/thriller che sicuramente è stato il migliore dell’anno all’interno del genere (il regista ha dichiarato di essersi ispirato a La Notte dei Morti Viventi); lo stesso ragazzo compare in una delle puntate più significative proprio della serie americana. Coincidenze? Io non credo. Nei panni di Andre, un fustacchione di colore, si troverà a dover conoscere i genitori della fidanzata in un momento particolare per la famiglia di lei, bianca. C’è odore di razzismo a kilometri di distanza, ma i risvolti della pellicola non mirano a sottolineare questo aspetto: è un horror e un trhiller, ricordatelo. Consigliatissimo dunque ai fan di Black Mirror, delle pellicole di orrore (non esagerato comunque, c’è da dirlo) e a chi in generale è in cerca di qualcosa di originale.