Sin City

Sin City - Robert Rodríguez, Frank Miller, Quentin Tarantino (special guest director), 2005


Voto medio: 3,94
(34 voti totali)

Film consigliato

da

DURATA:...
GENERE: Azione, Noir, Thriller
CAST: Bruce Willis, Mickey Rourke, Jessica Alba, Clive Owen, Nick Stahl, Powers Boothe, Rutger Hauer, Elijah Wood, Rosario Dawson, Benicio Del Toro.

“E quando i suoi occhi si spegneranno, l’inferno in cui lo spedirò gli sembrerà un paradiso…”

Quando un film è grande, resiste al logorio del tempo. “Sin City” era talmente avanti nel 2005 da risultare una novità persino se lo si guarda a quasi dieci anni di distanza. La pellicola è basata sulle vicende narrate da Frank Miller (il più grande illustratore noir degli ultimi 20 anni) nell’omonimo fumetto, da cui vengono estrapolate tre storie principali che ci descrivono una città sopraffatta dal male e dalla trasgressione e che meriterebbero ognuna una recensione ad hoc (alcuni fanatici della “Città del Peccato” hanno addirittura proposto il film rimontato seguendo l’ordine temporale degli eventi.) A queste si aggiungono prologo ed epilogo, tratti del racconto “Il Cliente ha Sempre Ragione” che ci mette immediatamente di fronte ad un omicidio di cui non conosciamo le ragioni. Interpreto questo sketch come un manifesto del credo e del lavoro di Miller, quasi a voler mettere in guardia lo spettatore sullo stile cupo e le tematiche cruente trattate nell’opera. Continuando sullo stesso trend, in “Quel Bastardo Giallo” ci racconta di uno spregevole stupratore di bambine e di un poliziotto attempato (tra i pochi “buoni” del film) che cerca di fermarlo. “Un duro Addio” parla invece di un omone che ha poco dell’umano (ad interpretarlo uno sfigurato Mickey Rourke) che vive una relazione tumultuosa con un puttana. Nell’ultimo episodio infine si parla di ballerine prostitute e poliziotti corrotti. Il titolo, “Un’Abbuffata di M0rte” non lascia presagire niente di buono anche in questo caso.

So che non vi ho detto molto, ma è difficile e controproducente abbondare coi particolari in un film del genere, si rischierebbe di rovinare spettacolo e colpi di scena. Tutto questo fiume di oscenità è stato girato secondo un metodo innovativo all’epoca (e scopiazzato in seguito senza mai riuscire a ricreare la stessa magia) con attori veri su sfondi cartoon, creando una vera commistione tra due mondi di cui i tre registi sono maestri indiscussi. Un capolavoro “nero” frutto della mente di tre geni; a quasi dieci anni di distanza sembra giunto il momento di potersi gustare il doveroso sequel: scalpito!