A volte ci sono gesti che non facciamo perché gli altri non capiscano che è a loro che vogliamo farli
Film controverso, spesso criticato o non capito. Di frequente mi è capitato di confrontarmi sulla pellicola in questione e non sempre i riscontri sono stati positivi, soprattutto da chi si aspettava un thriller o un horror tradizionale. Premettendo che le opinioni in merito sono personali, credo di poter smentire i detrattori dell’opera di Shymalan, che dopo il Sesto Senso fa per la seconda volta centro, collocando questa produzione a cavallo tra i generi citati in precedenza.
Il villaggio di cui ci parla il regista indiano è Convigton, in Pennsylvania. Siamo nel 1800 ma poco importa, la vicenda si svolge fuori dal tempo, in una radura circondata da una foresta impenetrabile. Nel paese vige un sottile equilibrio tra la serena comunità locale e le “creature innominabili”, misteriosi orchi insediati nei boschi circostanti, una sorta di patto di non belligeranza tra due realtà attigue. Lucius Hunt (Joaquin Phoenix), ribelle del villaggio, non sta però alle regole ferree della società in cui vive e cerca di addentrarsi nel bosco. Questo darà il via ad eventi concatenati che sveleranno risvolti inaspettati.
Il regista dimostra ancora una volta di saper tenere sulle spine lo spettatore e di riescire a stupirlo con l’evolversi del racconto, senza dover ricorrere ad escamotage di cui spesso si abusa in produzioni similari. Il villaggio apre le porte ai visitatori, dategli fiducia, questa gita fuori porta vi ripagherà.