“Violentata mentre moriva e ancora nessun arresto? Come mai, capo Willoughby?”
Uno dei film più belli che potrete vedere nel 2018. Non a caso si è già portato a casa premi prestigiosi sia al Festival di Venezia che ai Golden Globes, facendo incetta di complimenti per sceneggiatura, regia e recitazione e candidandosi così ad essere tra i maggiori protagonisti della notte degli Oscar 2018. Three Billboards Outside Ebbing, Missouri arriva dalla mente di Martin McDonagh, nome che per ora non suona familiare ai più, ma che sicuramente in futuro potrà essere annoverato tra i migliori registi e sceneggiatori del Cinema contemporaneo.
Durante la visione di questa pellicola mi è venuto alla mente 7 Psicopatici, produzione datata 2012 che riguardo sempre con piacere, per poi scoprire con grande stupore che la mano che ha scritto e diretto questi due film è la stessa. Bene. Ritroviamo infatti quell’atmosfera ironica al limite tra pazzia e razionalità, frutto di situazioni esasperate e con altrettante conseguenze, che riesce ad appassionare, divertire ed allo stesso tempo far riflettere e commuovere. Mildred è una donna che ha perso – quasi – tutto: lasciata dal marito per una diciannovenne, deve affrontare la brutale morte della figlia, vittima di un impunito stupratore omicida. Forse è quel “quasi”, suo figlio, a tenerla attaccata alla realtà ed a farle escogitare la provocazione che dà titolo al lungometraggio. Dopo svariati mesi di inutili o supposte indagini, il crimine che le ha stravolto la vita è ancora senza un colpevole: decide così di smuovere le acque facendo affiggere tre manifesti rivolti alla polizia locale: “Violentata mentre moriva”, “e ancora nessun arresto?” e “Come mai, capo Willoughby?”.
La situazione ovviamente è destinata a suscitare scalpore e, mentre assistiamo ad una normale divisione di opinioni all’interno della cittadina, veniamo a conoscenza dei vari problemi personali e professionali che le forze dell’ordine e la comunità si portano con sé. Lo sceriffo ha pochi mesi di vita davanti a sé, la polizia è sotto i riflettori per episodi di razzismo neanche troppo nascosti, la mentalità degli abitanti di Ebbing è chiusa, rimasta nel passato. È questo a rendere “Tre Manifesti a Ebbing, Missouri” un film totalmente drammatico, nonostante a sprazzi regali anche dei sorrisi ironici. E proprio per questo il film si impregna di un realismo spiazzante, che vale assolutamente la pena di vivere per quasi due ore. Le interpretazioni di Frances McDormand, Woody Harrelson e Sam Rockwell completano l’opera: una madre “con le palle” disperata e pronta a sfidare la legge, uno sceriffo apparentemente disinteressato alle vicende che affronta la propria morte, un bifolco con distintivo e pistola succube della madre e della mentalità sudista. Le evoluzioni di questi tre personaggi sono già di per sé qualcosa di magnifico.