“Non è schizofrenia, è solo una voce nella mia testa!”
Film intelligente e assolutamente non banale, al contrario di quanto ci si può aspettare considerando il protagonista (Will Ferrell) e un titolo un po’ troppo sempliciotto. Punto forte del film sicuramente è una sceneggiatura atipica che mischia la vita reale con quella narrata, spiazzando per un attimo lo spettatore: Harold Crick, solitario e maniacale agente del fisco, è il protagonista del nostro film… nonché del libro che sta scrivendo Kay Eiffel, una celebre romanziera in piena fase di blocco. Harold, da inutile personaggio dalla meticolosità irritante (e dall’innegabile talento per calcoli e conti) avrà modo di rompere dalla routine della sua inutile esistenza grazie proprio all’autrice che, senza volerlo né saperlo, inizierà a scrivere proprio di lui. Credendosi inizialmente pazzo (dato che Harold inizia a sentire una voce esterna da narratore, come fosse appunto all’interno di un racconto), il protagonista finirà col rivolgersi ad un esperto di letteratura che saprà indirizzarlo nelle scelte e nella risoluzione del suo particolare stato. Harold avrà modo intanto di riprendersi una vita che si era lasciato sfuggire, abbandonando la sua apatia grazie all’amore.
Ottime le interpretazioni di Will Ferrell e Dustin Hoffman, che regalano divertimento puro e sano; la parte di Hoffman probabilmente non poteva avere altro interprete, calza proprio a pennello e dona al personaggio una naturalezza che trascende il copione. Meritevoli di plauso anche le due donne principali della pellicola: la bella Maggie Gyllenhaal e la straordinaria Emma Thompson, anch’essa a proprio agio in una parte introversa e allo stesso tempo estrosa.