“Mi dispiace. Mi mostri le tette.”
Ho avuto il piacere di poter assistere a questa particolare pellicola grazie ad uno streaming in diretta dal 31° Torino Film Festival e non posso che dirmi soddisfatto. Sì, Mr. Oizo (il regista, alias di Quentin Dupieux) è uno dei miei preferiti sin da quanto mi sono innamorato di Rubber. Ma questo poco centra, visto che posso consigliare il film anche a chi non ha apprezzato la surreale atomosfera di un copertone che rotola qua e là e ammazza la gente (leggi recensione). Wrong Cops rappresenta l’evoluzione stilistica del poliedrico artista parigino. Non scrivo la recensione di Wrong, il film precedente a questo, perché ha un pochettino deluso le mie aspettative e non posso consigliarlo a tutti, anche se lo reputo comunque valido. Ma posso affermare che in questi tre assistiamo certamente ad un’evoluzione dei contenuti a favore della trama, come già avveniva nel suo primo lungometraggio, Steak. Un salto nell’illogico e un ritorno alle origini, dunque. Per questo, nonostante ci siano comunque surrealismo ed assurdità in ciò che vediamo, Wrong Cops potrebbe piacere a chi è in cerca di qualcosa di diverso ma che non possa risultare noioso. Non lo è affatto!
Originariamente erano 7 corti, 7 storie diverse su dei poliziotti deviati e corrotti. Ma poi si è fuso tutto in un’unica produzione, risultando una scelta azzeccata. Anche perché questo film non poteva non essere al pari dei precedenti, peraltro citati diverse volte al suo interno. Comunque, dicevo, la storia riguarda dei poliziotti criminali che abusano della propria autorità in diversi campi, dallo spaccio alla prostituzione. Passando per il ricatto, l’omicidio, il furto… e chi più ne ha, più ne metta.
Dupieux si conferma sempre più regista “Lynchiano”, un surrealista visionario che non vuole piacere a tutti e riesce appieno in questo intento. E sinceramente lo preferisco a Lynch mille volte. È tutto più intuibile, non servono grosse spiegazioni, e le sue opere sono caratterizzate da un invadente quanto sottile umorismo, che spesso si tratta di ironia del destino. Poi, ovviamente, le musiche sono prodotte dal regista stesso, che in questo film si supera e ne butta giù di pesanti, più che adatte al clima di trasgressione che permea l’intera pellicola. Nota di rilevante importanza, soprattutto dal punto di vista del contrasto e del tema del capovolgimento: il personaggio più normale che troverete è impersonato da Marilyn Manson. Non c’è nient’altro da aggiungere!