“C’e sempre qualcosa nella vita che valga la pena mettere sul proprio corpo.”
Elise è una avvenente bionda tatuatrice che ha fatto del suo corpo un’esibizione delle sue capacità artistiche ed un poster di ricordi. È sognatrice ed alternativa, pare essere spaesata in un mondo troppo rigido per lei. Il suo incontro con Didier è folgorante. Il ragazzo è un toro (come dice lei) che l’ha rapita con la sua vita senza troppe regole ferree, trascorsa in una roulotte al ritmo del Bluegrass, il country nella versione più pura. Didier sbarca il lunario grazie a questa sua passione, suonando il banjo con un gruppo di amici. La loro storia d’amore prenderà il volo grazie al ritmo della musica, che diventerà la loro forza coesiva e la colonna sonora dell’intera pellicola. Maybelle sarà l’emblema della loro unione, una ragazzina vispa e sorridente, il loro centro del mondo. Quando lei si ammalerà di un male tremendo le vite dei due ragazzi si sgretoleranno.
Poco altro da aggiungere su questo film belga, semplicemente una delle storie più strazianti che mi ricordi. Non pensiate però ad un “mattone”: il titolo diretto dal giovane regista Van Groeningen non è affatto noioso, ma si sviluppa in un montaggio che non segue il corso degli eventi riuscendo comunque a descrivere nel migliore dei modi un dramma umano tra i più duri da sopportare. Numerosi riconoscimenti per Alabama Monroe tra cui una nomination agli Oscar 2014 come miglior film straniero. Ennesimo capolavoro passato nel dimenticatoio, purtroppo siamo alle solite.