“Esistono, li hai visti. Sono i figli della sua rabbia.”
Film che i fan del geniale regista canadese sicuramente avranno visto e rivisto, ma che potrebbe risultare sconosciuto al grande pubblico, specialmente alle nuove generazioni. Personalmente ritengo questa pellicola fondamentale per tracciare la traiettoria cinematografica di Cronenberg poiché in essa sono già racchiuse e anticipate praticamente tutte le sue tematiche ricorrenti, ed inoltre è proprio con questo lungometraggio che raggiunge la piena maturità artistica, affinando la tecnica di ripresa ed elaborando definitivamente quello stile inconfondibile che caratterizzerà ogni sua produzione posteriore.
Giusto due righe sulla trama: Frank Carveth è un padre amorevole che si prende cura da solo della piccola figlia Candice dopo che la moglie, Nola, è stata ricoverata nella clinica psichiatrica del visionario Dr. Hal Reglan, inventore di una rivoluzionaria e brutale pratica denominata “psicoplasma”. La già complicata vita di Frank viene ulteriormente destabilizzata da una serie di terribili eventi che colpiscono le persone a lui vicine, e che sembrano misteriosamente connessi agli esperimenti portati avanti da Reglan.
Un horror fantascientifico che, tipico in Cronenberg, punta l’attenzione sulla relazione psiche-corpo e su come la mutazione della prima possa provocare quella del secondo. Come detto, non poche le analogie con le successive opere del regista, tra cui sicuramente La Mosca, A Dangerous Method e Videodrome. Da segnalare, infine, il cast di alto livello (il primo messo a disposizione di Cronenberg) tra cui spiccano le interpetazioni magistrali di Samantha Eggar e di un pazzesco Oliver Reed.