“Un passo alla volta, un pugno alla volta, una ripresa alla volta!”
Lo ammetto, quando ho visto per la prima volta il trailer di questo ennesimo Rocky ho pensato: ma ce n’era davvero bisogno? Dopo averne preso visione, con scetticismo e convinto solo dalle critiche positive lette qua e là, devo riconoscere di essermi ricreduto e che Creed, settimo film della serie ideata da Sylvester Stallone, può essere considerato un film da vedere. La trama è la seguente: Adonis Creed, figlio illegittimo del pugile Apollo Creed, viene accolto in casa dalla vedova del defunto campione, la quale lo cresce cercando di costruire per lui il miglior futuro possibile. Passano gli anni, Adonis cresce e in lui il richiamo per la lotta si fa sempre più forte. Dunque, sebbene la madre sia contraria, il ragazzo decide di trasferirsi a Filadelfia per farsi allenare dal leggendario amico/nemico del padre, Rocky Balboa. Tra i due si instaurerà poco a poco un rapporto intenso ed insieme si batteranno per far sì che il sogno di Adonis diventi realtà. Tuttavia la strada verso il successo si presenterà piena di insidie e colpi di scena.
Detta così la trama appare abbastanza banalotta e forse lo è pure, almeno in superficie. A rendere particolarmente godibile il film sono, a mio avviso, la buona regia del giovane Coogler e soprattutto il livello di emotività mantenuto alto grazie alle ottime interpretazioni dei vari attori. Il rapporto tra Adonis e Rocky è assolutamente credibile e Stallone, pur nella sua “impossibilità espressiva”, riesce incredibilmente a trasmettere umanità in ogni inquadratura, dimostrando di meritarsi appieno la nomination agli Oscar 2016. Probabilmente il miglior Rocky dopo l’originale; siate dei fan o meno, dategli un’opportunità!