“2001: Odissea nello spazio” è un’icona indiscussa del cinema di fantascienza, diretta dal visionario Stanley Kubrick e lanciata nelle sale nel 1968. Riconosciuto universalmente come uno dei capolavori più influenti della settima arte, questo film ha segnato un’epoca per l’innovazione tecnica e la profondità filosofica che lo caratterizzano. La trama si snoda attraverso l’evoluzione dell’umanità, dai suoi albori fino all’incontro con una misteriosa intelligenza extraterrestre simboleggiata da enigmatici monoliti neri.
Eccoti quindici curiosità su questa pietra miliare che forse non conoscevi:
Il nucleo narrativo di “2001: Odissea nello spazio” si ispira al racconto “Il Centinela” di Arthur C. Clarke, pubblicato nel 1948. Clarke collaborò strettamente con Kubrick nella stesura della sceneggiatura, che subì diverse modifiche durante le riprese. Successivamente, Clarke elaborò una novella basata sul film, pubblicata anch’essa nel 1968, creando un legame indissolubile tra cinema e letteratura.
Nonostante l’impeccabile lavoro di make-up, il film non ricevette alcuna nomination agli Oscar 1969 nella categoria “Miglior trucco”. Questo perché l’Academy fu convinta che gli ominidi rappresentati all’inizio del film fossero veri, non riconoscendo il lavoro degli attori sotto il trucco.
Vivian Kubrick, una delle figlie del regista, appare nel film in una scena di videocall con suo padre, all’età di otto anni. In seguito, Vivian si è dedicata al mondo del cinema, seguendo le orme del padre come regista e compositrice.
Stanley Kubrick inizialmente aveva in mente il titolo “Viaggio oltre le stelle” per il film, ma lo cambiò in “2001: Odissea nello spazio” per evitare confusioni con “Il Fantastico Viaggio”, uscito nel 1966. Il titolo finale evoca l’anno in cui si svolge gran parte della narrazione e rimanda all’epopea omerica, stabilendo un parallelismo tra l’antico viaggio di Ulisse e il viaggio spaziale dell’umanità.
Kubrick si immerse in una ricerca meticolosa sulla scienza e la tecnologia spaziale per conferire al film un realismo senza precedenti. Consultò esperti della NASA e si ispirò a documentari e fotografie dell’epoca, anticipando tecnologie che sarebbero diventate realtà, come le tavolette elettroniche, le videocall e il riconoscimento vocale.
Rompendo con la tradizione, “2001: Odissea nello spazio” omette i titoli di testa, iniziando direttamente con l’immagine della Terra, della Luna e del Sole allineati, sulle note di “Così parlò Zarathustra” di Richard Strauss. Questa scelta stilistica provocò controversie legali con alcuni membri del cast e della crew che rivendicavano il diritto di essere accreditati.
Il film si distingue per i suoi lunghi momenti senza dialoghi, sfruttando il silenzio e i suoni ambientali per raccontare la storia. Dei 139 minuti di durata, soltanto 88 includono dialoghi, con la prima battuta che arriva solo dopo 25 minuti dall’inizio e l’ultima a 109 minuti.
Il finale del film rimane uno dei più enigmatici e discussi nella storia del cinema, lasciando all’interpretazione personale di ciascuno spettatore il significato della trasformazione di David Bowman in un feto cosmico, senza fornire una spiegazione univoca.
La voce della computer HAL 9000, che si ribella agli astronauti, appartiene a Douglas Rain, attore canadese selezionato da Kubrick per la sua capacità di trasmettere calma e neutralità, senza emozioni umane, dopo averlo ascoltato in un cortometraggio intitolato “Universo”.
Per ricreare la superficie lunare, Kubrick fece importare e trattare tonnellate di sabbia, che furono poi dispiegate su un set di 4000 metri quadrati, dipingendo un quadro realistico e immersivo delle scene lunari.
La rappresentazione degli extraterrestri nel film fu oggetto di ampio dibattito. Kubrick consultò l’astrofisico Carl Sagan, che suggerì di non mostrarli direttamente, ma di simboleggiarli attraverso i monoliti neri, suggerendo che la loro avanzata tecnologia superasse l’intelletto umano.
Gli attori e i ballerini che interpretarono gli antenati umani si sottoposero a un intenso addestramento fisico e a sessioni di trucco durate ore, per raggiungere un livello di realismo mai visto prima nel ritratto della preistoria.
Al momento della sua uscita, “2001: Odissea nello spazio” ricevette recensioni miste, con alcuni che la descrivevano come un’opera d’arte e altri come noiosa e pretenziosa. Il film divenne un successo di botteghino, in particolare tra il pubblico giovane, che lo considerava un’esperienza psichedelica e trascendentale.
Noto per il suo perfezionismo, Kubrick girò molte scene che poi scartò, insistendo per distruggere il materiale non utilizzato per evitare fughe di notizie. Tuttavia, alcune di queste scene sono state conservate e sono disponibili come contenuti extra in alcune edizioni del film.
“2001: Odissea nello spazio” ha esercitato un’influenza incalcolabile sul cinema di fantascienza successivo, ispirando opere come “Star Wars”, “Star Trek”, “Alien”, “Blade Runner“, “Matrix” e “Interstellar“, grazie ai suoi rivoluzionari effetti speciali e alla profondità dei temi trattati.
Per saperne di più su questo film da vedere, leggi la recensione completa:
2001: ODISSEA NELLO SPAZIO
2001: A Space Odyssey - Stanley Kubrick, 1968
Capolavoro assoluto del compianto maestro Stanley Kubrick, che con questo film segnò un prima ed un dopo nel genere di fantascienza, tant’è che registi quali George Lucas e Ridley Scott, ma più recentemente anche Nolan con il suo Interstellar, ne rimarranno inevitabilmente influenzati e non potranno sottrarsi ad i facili paragoni tra le loro opere e questa pietra miliare del cinema. Questo lungometraggio di Kubrick – che comunque definire di pura fantascienza sarebbe altamente riduttivo – presenta una trama scarna e dialoghi ridotti all’osso, risultando assai criptico e prestandosi a molteplici interpretazioni; tutte valide ed interessanti ma allo stesso tempo incomplete… [CONTINUA A LEGGERE L’ARTICOLO]