“Sono amico tuo io? Sì o no?”
Avete presente quando un film vi lascia pensierosi in modo assiduo? È una sensazione difficile da spiegare, ma che ho provato dopo aver recuperato questa piccola perla, Dogman. Un’opera creata e prodotta in Italia, distribuita nel 2018 e che vede Matteo Garrone alla regia. Il regista romano si ispira al “delitto del canaro”, avvenuto nel 1988, sebbene poi vi si discosta col succedersi dei fatti. Siamo nella periferia della capitale; Marcello (Marcello Fonte) è un uomo esile e mite che possiede un negozio di tolettatura per cani e trascorre le sue giornate dividendosi tra l’umile lavoro, gli incontri con gli amici della zona e la figlia Alida. Per arrotondare spaccia cocaina e questo lo porta a stretto contatto con Simone, un ex pugile che si comporta come il classico bullo del quartiere, seminando il panico con atti violenti e piccoli crimini. Nessuno ha il coraggio di intervenire e lo stesso Marcello, oltre a procurargli la droga, ne subisce le angherie e prende parte a diverse rapine. Il protagonista, completamente succube, asseconda per l’ennesima volta Simone quando questo gli propone di svaligiare il negozio dell’orafo a fianco, separato solo da un muro di cartongesso. Marcello, dopo il fatto, ha la peggio e finisce in prigione. Dopo aver scontato la pena, le cose in quartiere non sono più le stesse e anche l’uomo silenzioso quale era, appare cambiato.
Da non amante del cinema italiano degli ultimi anni, sono rimasto piacevolmente colpito da questa pellicola, la quale mi ha tenuto “sul pezzo” dall’inizio alla fine senza mai calare il ritmo. I quartieri che creano il set perfetto per questo film raccontano storie di vita di un paese che non sembra poi così lontano come si potrebbe pensare guardando attraverso lo schermo; realtà difficili di una periferia abitata da persone quasi abbandonate a loro stesse, costrette a campare con ciò che gli ritorna più semplice. Ho apprezzato molto la fotografia, la quale si sposa perfettamente con le ambientazioni, e la messa in scena di Garrone che svolge un grandissimo lavoro nel trasporre i fatti con grande classe. Gli attori sono naturalmente tutti italiani e diretti splendidamente per creare situazioni di vita quotidiana in un contesto simile.
Dogman è un film che purtroppo non ha avuto il successo sperato, ma fortunatamente è arrivato anche all’estero, dove ha ricevuto le critiche positive che merita ampiamente. Un’opera splendida che mi sento di consigliare davvero a tutti e che spero possa essere d’ispirazione per molti registi italiani.