“Eli: Io sono un falso profeta e Dio è una superstizione. Se questo è quanto credi, allora lo dirò. Daniel: Dillo con convinzione. Eli: Daniel… Daniel: Dillo come se fosse il tuo sermone. Non sorridere.”
Magistrale interpretazione di Daniel Day-Lewis (come quasi sempre accade nei suoi film), che qui veste i panni di un minatore tra la fine dell‘800 e poco prima della crisi del 1929. Nella sua ricerca di argento scopre accidentalmente un giacimento di petrolio, evento che darà il via ad una scalata che lo porterà a diventare uno dei più importanti petrolieri californiani. Per ottenere i terreni nei quali trivellare, il protagonista Daniel Plainview sfrutta la presenza di quello che spaccia per suo figlio, ma che in realtà è il bambino di un dei suoi lavoratori, morto in un incidente sul lavoro.
Davvero coinvolgente l’escalation di potere e ricchezza, che renderà Plainview sempre più avido e misantropo, e che lo porterà a scontrarsi con un predicatore (interpretato da Paul Dano, che per tutta la durata del film appare come un personaggio fasullo e molto inquietante), fino al sanguinoso e bellissimo finale. I primi minuti della pellicola sono memorabili, del tutto privi di dialoghi e accompagnati da suoni ed immagini che vi obbligheranno a proseguire nella visione fino alla fine.
Che dire inoltre della recitazione di Day-Lewis, unico attore ad aver conseguito 3 Oscar come attore protagonista, che vanno pesati con l’esiguo numero di film dove ha calcato le scene, assolutamente eccezionale!