“Sani e pazzi potrebbero scambiarsi i ruoli… se un giorno i pazzi fossero la maggioranza, lei si ritroverebbe dentro una cella imbottita.”
John Carpenter: regista tanto acclamato quanto screditato da molti, sicuramente in una delle sue migliori opere, In the Mouth of Madness. Credo che con questa pellicola io possa affermare con tutta onestà di essere uno della prima fazione, degli amanti del suo stile. L’ho conosciuto ed ho cominciato ad adorarlo in Essi Vivono (quello che preferisco in assoluto tra i suoi lavori), continuando con 1997: Fuga da New York (dove ho continuato a gradire alquanto), per poi approdare nell’horror vero e proprio di Halloween (top di categoria)… quindi mi son deciso a vedere un po’ tutte le sue diverse e controverse e a volte criticate produzioni. E tra queste, come si diceva, spicca sicuramente Il Seme della Follia, terzo capitolo della sua “Trilogia dell’Apocalisse”.
John Trent (il grande Sam Neill) deve accertarsi che la compagnia assicurativa per cui lavora non sia vittima di un tentativo di truffa ad opera della casa editrice di Sutter Cane, celeberrimo scrittore horror che si ipotizza sia scomparso. Il guaio è che dietro le storie di Cane ci sono molti episodi di idolatria, pazzia e violenza da parte dei suoi innumerevoli lettori, psicolabili amanti dei suoi scritti. Ma come possono dei semplici romanzi scatenare ondate di incidenti e delirio di massa? Lo scettico Trent dovrà scoprire cosa si cela dietro la scomparsa di Cane e cosa nasconde la cittadina di Hobb’s End, luogo non presente su alcuna mappa se non nei fantascientifici testi dell’autore. Attenzione al labile confine tra realtà, finzione e pazzia, John!