“E’ rubare se è già stato rubato?”
A quanto pare a registi e sceneggiatori piace molto abbinare le proprie storie futuristiche con situazioni politiche e morali estreme (vedi “Minority Report”, “L’Esercito delle 12 Scimmie”, “Mr. Nobody” ecc…). D’altronde, se permettete un’osservazione personale, il futuro nel cinema non sarebbe così poi affascinante senza l’ipotesi di catastrofi, rivoluzioni e tecnologie iper-evolute. Mi sembra solo strano che tutte le pellicole ambientate nelle epoche che verranno, siano immaginate nel peggiore dei modi; così come mi pare ovvio che il fine di queste sia quello di fare pensare lo spettatore e, in alcuni casi riuscendoci appieno (“V per Vendetta” e “2001: Odissea nello Spazio” ne sono esempi), smuovere le coscienze.
“In Time” è un interessante action movie fantascientifico con protagonista un Justin Timberlake in grande spolvero. Andrew Niccol, il regista, in questo caso immagina che tra 150 anni ci troveremo in circostanze incredibili, destinati alla morte se poveri o pressoché immortali se ricchi. La valùta mondiale non sarà alcuna moneta o merce, sarà il Tempo. Negli istanti iniziali del film viene spiegato tutto e subito, non vi svelo nessun segreto: la gente di tutta la Terra avrà modo di accumulare ed allungare la durata della propria vita lavorando, vendendo o rubando il tempo come se fosse una sorta di fluido corporale interscambiabile. Infatti ad ogni persona, a partire dai 25 anni di età, compare sul braccio il proprio “countdown vitale”, allungabile solo nelle maniere sopra indicate. Questo però porta ad una conseguenza terrificante, ossia la “ghettizzazione” per fasce di “reddito temporale” in quartieri sempre più degradati rispetto a quelli più lussuosi. Il nostro Justin, figlio di un ribelle, a tutto questo non ci sta.
Gradevole film Hollywoodiano, indicato soprattutto agli amanti della fantascienza e dei thriller d’azione.