“Crede che l’industria dei mercati finanziari abbia troppo potere politico negli stati uniti?”
Sono trascorse cinque ore da quando ho finito di visionare Inside Job. Mi sono preso del tempo per riflettere prima di riordinare le idee e formulare un’opinione su ciò che avevo visto. Purtroppo non ho dubbi sulla bontà del film, davvero sopra le righe sia come qualità di montaggio sia come specificità dei contenuti. Il mio sconcerto riguarda piuttosto le tematiche trattate e la gravità della situazione che esse presentano; il fatto che in Italia si sia tentennato con la traduzione e distribuzione di questo “documento”, inoltre, non fa altro che confermare le tesi esposte nella pellicola di Charles Ferguson.
Tramite numerose testimonianze di esperti di finanza mondiale più o meno coinvolti nel crack del 2008, il documentario ci espone i principali motivi che hanno portato il mondo più sviluppato, dove le basi economiche sembravano più che mai solide, ad un vero e proprio collasso senza precedenti. Il lungometraggio sottolinea come le deregolamentazione del sistema finanziario abbia portato ad un aumento spropositato delle speculazioni e ad una diminuzione proporzionale della sicurezza delle stesse. Le banche sono fallite, i clienti hanno pagato il conto sulla propria pelle.
Accurata ed approfondita analisi che vale al regista l’Oscar del 2011 come miglior documentario. Se non vi fermate all’apparenza delle cose non potete proprio perdervelo. Nella storia recente americana è la prima volta che i giovani sono mediamente meno ricchi ed istruiti rispetto ai propri genitori, noi cerchiamo di evitare almeno la seconda eventualità.