“Lei ha scelto di dire a Jack che la stanza era tutto il mondo e che non esisteva nient’altro.”
Per Jack, un bambino di 5 anni, il mondo è tutto racchiuso in una piccola stanza che condivide con la giovane madre Joy. Fuori da quello spazio così limitato, ma dove il bambino si sente protetto, non v’è assolutamente nulla se non il cosmo e l’irrealtà delle immagini proiettate dalla televisione, scatola magica ed unica finestra su un mondo esterno che la madre gli ha insegnato a considerare “finto”. Mamma e figlio sono infatti costretti a vivere tra quelle quattro pareti dal loro aguzzino, il “vecchio Nick”, un demonio che la notte apre la porta della loro prigione per abusare di Joy mentre Jack viene chiuso dalla madre in un armadio per cercare di preservarlo da un ulteriore orrore.
Una pellicola che non può non far pensare al terribile caso Fritzl e che difatti è un adattamento cinematografico del romanzo “Stanza, Letto, Armadio, Specchio” di Emma Donoghue, la quale si ispirò proprio alla tremenda vicenda occorsa in Austria e venuta alla luce nel 2008. Nonostante il tema duro da digerire ed una trama decisamente d’impatto, il film riesce a non risultare esageratamente perturbante, mantenendo però altissimo il livello di emotività. Questo perché il filtro attraverso cui ci viene narrata la storia (come nel libro) è quello di Jack, un bambino innocente che non ha mai conosciuto il mondo esterno e che prova a dare senso alla realtà affidandosi alla propria immaginazione e ai racconti di sua madre.
Il film è stato veramente una piacevole scoperta, con la sorpresa Jacob Tremblay (nei panni di Jack) e una Brie Larson da Oscar a spiccare in un cast comunque da elogiare nella sua totalità. Assolutamente da provare!