“Vorresti essere quel tizio là, quello con la filippina superdotata, per 20 minuti? I 20 minuti giusti? Io posso farlo accadere senza neanche farti macchiare la fede nuziale!”
Un film che più anni ’90 non si può! Adrenalinico, scorrevole, abbastanza contorto, sorprendente… In un allora futuro distopico – gli ultimi giorni del II millennio d.C. – ci troviamo di fronte ad un mondo quasi totalmente anarchico, ove la polizia vigila costantemente e reprime drasticamente ogni possibile tumulto. In quest’epoca così apocalittica spopola la squid, un’esperienza sensoriale extracorporea utilizzata come droga. Consiste nell’indossare una specie di caschetto ed introdurre un piccolo disco nell’apposito lettore: frutto di una tecnologia sottratta alla polizia, lo squid permette di vivere completamente l’esperienza registrata sul minidisc da un’altra persona. Il che può consistere in una notte focosa, una rapina, una corsa in spiaggia… Basta rivolgersi al più fornito pusher di Los Angeles: Lenny Nero. Ex agente di polizia, Lenny comincerà a ricevere dischetti anonimi con stupri e morti varie, riguardanti l’uccisione di un rapper molto famoso con una notevole influenza sulle masse e soprattutto legate alla sua ex fidanzata Faith, in pericolo di vita. Starà a lui e ai suoi “amici” risolvere il tutto stando attenti a non scatenare una guerra civile ma soprattutto cercando di non perdere la vita (o il senno!).
A mio avviso, straordinario. Un cult sicuramente per l’ambientazione distopica (a tratti ricorda la stessa Los Angeles di Blade Runner), per il soggetto frizzante e dai colpi di scena assicurati (scritto da… James Cameron) e per una più che egregia regia ad opera della talentuosa Kathryn Bigelow (The Hurt Locker, Point Break, Zero Dark Thirty). Da vedere e rivedere!