“E’ impotente vero? Quando vede una donna vorrebbe farsela ma non può, poverino…”
The Chaser è un thriller del 2008, piccolo capolavoro della cinematografia coreana passato nel dimenticatoio in Italia, ma di enorme successo in patria. Ho deciso di rispolverarlo dopo aver apprezzato “Memories of Murder“, pellicola che tratta tematiche parallele con altrettanta efficacia. Il tema comune del serial killer è qui ripreso nelle vesti di uno psicopatico che attira prostitute in casa propria con il solo intento di martoriarle. Sulle sue tracce si metterà Jung-ho, ex poliziotto, ora protettore. Balza subito all’occhio come il giovane regista Hong-jin Na, all’esordio dietro la macchina da presa, non celi l’assassino, ma ce lo riveli sin dalle prime battute, incentrandosi piuttosto sul disperato tentativo di provarne la responsabilità. L’angosciante ricerca di prove tangibili da parte del protagonista sarà lo spunto per uno sviluppo vorticoso degli eventi che, attraverso un ritmo frenetico, ci porterà al colpo di scena finale, assoluto fiore all’occhiello del film.
I motivi per vedere The Chaser sono tanti, in primis perchè, banalmente, ai meno avvezzi capita raramente di vedere un film sudcoreano non così lontano dai canoni americani a cui siamo abituati. Personalmente adoro il modo di rapportarsi del cinema asiatico con i delitti più macabri: li descrive con rispetto e li presenta senza alcuna paura o pudore evitando inutili colpi di scena poco credibili in cui spesso incappano produzioni più blasonate.