Un Tranquillo Weekend di Paura

Deliverance - John Boorman, 1972


Voto medio: 3,46
(41 voti totali)

Film consigliato

da

DURATA: 109 minuti
GENERE: Avventura, Horror, Thriller
CAST: Jon Voight, Ned Beatty, Burt Reynolds, Ronny Cox, Bill McKinney, Herbert Cowboy Coward.

“A volte, per trovare qualcosa, ti devi perdere.”

“Un tranquillo weekend di paura” è un film che riecheggia i toni e l’atmosfera di alcuni capolavori del cinema horror, compresi quelli di serie B che spesso superano in intensità e originalità le produzioni più blasonate. La mia impressione durante la visione era di assistere a qualcosa che potrebbe essere paragonato a classici come “Le Colline Hanno Gli Occhi” (l’originale! Anche se qui potete trovare una recensione del buon remake del 2006) e “Cannibal Holocaust“, non tanto per il contenuto, ma per l’atmosfera e la struttura narrativa.

Il film si apre con la memorabile “Dueling Banjos”, un pezzo musicale che, nonostante la sua fama, potrebbe risultare sconosciuto a molti. Questa scelta musicale è significativa e contribuisce a creare un contrasto sorprendente tra l’allegra melodia e i toni cupi e minacciosi che emergono man mano che la trama si sviluppa. La storia segue quattro amici durante una gita in canoa, che si trasforma in un incubo, richiamando le atmosfere di film come “Le Colline Hanno Gli Occhi” di Wes Craven per la sua raffigurazione di personaggi bifolchi e inquietanti. Accosto questa produzione al cult di genere “Cannibal Holocaust” solo per la predominanza del verde e della natura incontaminata che circonda i personaggi, sia chiaro! Ma anche il mood che trasmette può vagamente ricordare, ma non avvicinarsi, al capolavoro di Ruggero Deodato.

Pur essendo una caricatura ben realizzata di questi classici dell’horror, il film soffre a volte di recitazione eccessiva e di mancanza di profondità nei personaggi. Tuttavia, questo non diminuisce il suo valore come cult degli anni ’70, specialmente per gli appassionati di B-movies.

La durata del film, quasi due ore, passa velocemente grazie a una trama avvincente, sebbene i momenti di azione possano sembrare datati agli occhi di un pubblico moderno. La musica, che funge da sottofondo costante, è un’astuta scelta registica che aggiunge una dimensione in più alla narrazione, ricordandoci costantemente del territorio in cui ci troviamo. In conclusione, stiamo parlando di un film che, nonostante i suoi difetti, rimane un pezzo fondamentale nella storia del cinema horror. È un’opera che merita di essere vista, specialmente da coloro che sono affascinati dai film di genere degli anni ’70 e che apprezzano le produzioni che esplorano l’horror con un approccio unico e originale.