Un’Altra Vita – Mug

Twarz - Malgorzata Szumowska, 2018


Voto medio: 3,63
(24 voti totali)

Film consigliato

DURATA: 91 minuti
GENERE: Drammatico
CAST: Mateusz Kosciukiewicz, Agnieszka Podsiadlik, Malgorzata Gorol, Anna Tomaszewska, Dariusz Chojnacki.

“Tu lo ami ancora?”

Un’Altra Vita – Mug è un film double-face, che parte in una maniera e ad un certo punto rimescola carte, ruoli, stati d’animo e si spacca in due. Il bello è non sapere che cosa provoca questo rovescio di medaglia e lasciarsi acchiappare dalle vicende… un po’ increduli, un po’ rammaricati, un po’ addolciti.

La regista Malgorzata Szmoska, vincitrice di un premio a Berlino per Corpi, è affascinata da quel che riguarda l’aspetto, lo sguardo, il cambio di prospettiva. In parole povere: come cambia il mondo se visto con nuovi occhi? Probabilmente sembrerà di trovarsi in un’altra vita. Una domanda che prepotente si fa sentire: continueresti ad amare una persona se il suo corpo fosse improvvisamente trasformato?

Personalmente mi innamorai quasi subito del protagonista, Jacek; il suo animo ribelle ed entusiasta fuoriesce dagli schermi, complice probabilmente il contrasto con il grigio e silenzioso paesino polacco.
Jacek ti prende per mano e ti accompagna ad osservare dietro le quinte di una famiglia, di un’amore, di una parrocchia, di una comunità, fino a scovarci oscurità e ipocrisia. E credetemi se dico che tutto ci si aspetterebbe dall’idea di “un’altra vita” meno che quello che gli accade. Il suo sogno è quello di sbarcare a Londra alla ricerca di musica, arte, di una vita fuori dagli schemi rigidi della piccola comunità tradizionalista in cui è cresciuto.

L’assurdo ed il sarcasmo trovano spazio nella pellicola più di una volta, facendoci di tanto in tanto sghignazzare. Basti pensare che il punto cardine attorno cui si snocciola la trama è la costruzione del Cristo Re, statua locata a Swiedbozin (Polonia), che a tutti costi ha voluto primeggiare sul Redentore di Rio de Janeiro (facendocela, per 5,6 metri). La costruzione è stata conclusa nel 2010, per poi essere aspramente criticata come “opera megalomane”. Per questo ed altri riferimenti, nel film si può intuire una certa disapprovazione verso la Chiesa.

Geniale, irriverente, questo film è denso di temi e di spunti. Da non sottovalutare anche una piacevole, poetica e particolare fotografia!