“I padroni assomigliano sempre ai loro cani“
Primo lavoro del regista messicano, considerato uno dei talenti più emergenti nel campo e del quale si conoscono soprattutto lavori come 21 Grammi e Babel. Sicuramente non tutti sanno che la “Trilogia della morte” inizia proprio con questo film, vero e proprio battesimo del fuoco di Inarritu dietro la cinepresa. E se il buongiorno si vede dal mattino…
Film ambientato a città del Messico, diviso in tre storie di disagio e sofferenza, che hanno come cardine la presenza dell’animale più fedele all’uomo, punto focale, suo malgrado, delle vicende narrate. A rendere il tutto ancora più drammatico (come se ce ne fosse bisogno) è il regista che con frequenti primi piani ci immerge nella scena e ne esalta la tragicità. I protagonisti sono Octavio, che si guadagna da vivere facendo combattere il proprio cane, un ex modella, Valeria, che vede la sua carriera stroncata da un incidente, ed un sicario, El Chivo. Inarritu si dimostra all’esordio già abile nello scomporre e ricomporre trame che si ricompongono nel finale come un puzzle perfetto. Film crudo e “vero”, sicuramente non indicato ad un pubblico facilmente impressionabile ma di certo un ottimo prodotto per chi cerca un film che smuova gli animi.