“L’esfiltrazione di ostaggi è come un aborto: non lo vorresti mai fare, ma, se decidi di farlo, non puoi fartelo da solo!”
L’ Oscar 2013 come miglior film gli è già stato assegnato ed io con colpevole ritardo ho visionato l’ultima fatica di Ben Affleck, vincitrice al fotofinish su Django Unchained di Tarantino. Per quanto mi riguarda risultato sacrosanto. I meriti di Argo sono tanti: in primis la scelta di uno stile essenziale, che permette di lasciare spazio alla storia (vera) ed alle toccanti interpretazioni degli attori, senza lasciarsi andare a facili “americanate” o colpi di scena superflui e poco credibili. Altro punto di forza della pellicola è il protagonista (Affleck) che con un’ interpretazione intensa ma anch’essa senza fronzoli ci restituisce un personaggio fortemente credibile, pilastro di tutto la vicenda.
La vicenda, appunto, descrive la crisi politica tra Stati Uniti ed Iran del 1979, in piena Rivoluzione Islamica, scaturita dall’irruzione nell’ambasciata americana a Teheran di alcuni militanti che portò al sequestro di 52 persone. Sei funzionari riuscirono a fuggire, Tony Mendez fu incaricato di recuperarli. L’esfiltrazione del gruppo sarà a dir poco cinematografica!
Tirando le somme siamo al cospetto di 120 minuti ad alta tensione, intervallati da qualche sketch dai toni più smorzati e da un simpatico cameo di Jack Nicholson che hanno il grande merito di non stancare e colpire nel segno senza strafare. Tre statuette meritate (miglior film, miglior sceneggiatura non originale, miglior montaggio) più due Golden Globe, non fatevelo sfuggire.