“Sta organizzando una vacanza signor Sullivan?”
“No… no, sto solo leggendo un po’ per passare il tempo”
Un uomo anonimo, una vita anonima. Morgan Sullivan è un contabile disoccupato la cui esistenza è meramente descrivibile con queste poche parole. E’ uno “zero”, una nullità: uno cypher, volendo utilizzare un termine un po’ in disuso in inglese. Ma la sua voglia di riscatto e la sua determinazione nel voler diventare qualcuno, lo porteranno ben presto catapultato nel mondo dello spionaggio industriale. Assunto dalla Digicorp, si ritroverà in una complicata trama di lavaggi del cervello, nuove personalità, controspionaggio e… beh, inutile svelarvi le parti salienti della pellicola.
Un film che per certi versi ricorda “Brazil“… per la strana ambientazione in un mondo futuristico e la poca importanza del protagonista, chiaramente un anti-eroe fatto e finito, ma che spinto dall’amore è destinato a grandi imprese. La “bella” qua è nientepopodimeno che Lucy Liu, una imperscrutabile figura che si propone come aiuto al disorientato Morgan… e che regalerà sorprese.
Per concludere… sicuramente è un film che vale la pena di esser visto. Prima di tutto per l’originalità della sceneggiatura, una serie di colpi di scena che spiazzano anche le menti più intuitive; in seconda battuta, perché un regista come Vincenzo Natali non può essere ricordato solo per “Cube – Il Cubo“, seppur quest’ultimo sia da un film che piazzerei comodamente nei migliori 50 horror di sempre. “Cypher” è un intrigante thriller fantascientifico, a tratti anche divertente, che regala molta soddisfazione.