“Dr. Gordon è arrivato il tuo momento. Ogni giorno della tua vita professionale hai dato a qualcuno la notizia che presto sarebbe morto. Adesso sarai direttamente tu la causa della morte. Il tuo obbiettivo in questo gioco è uccidere Adam. Hai tempo fino alle sei per farlo.”
Due uomini incatenati alle estremità di un sudicio cesso, un cadavere suicida al centro, indizi sparsi qua e là ed un gioco assurdo da risolvere. Questo è il succo di Saw, per quanto riguarda la sua parte intrigata e misteriosa. Ottimo thriller enigmatico da questo punto di vista. Aggiungiamo una porzione di abbondanti flashback che rendono efficacemente l’idea di quanto sia maniacale la depravazione dell’assassino, un pazzo progettatore di macabri scenari di tortura per gente che egli reputa irriconoscente alla vita: ecco creata anche una trama ricca di angoscia e suspense. Se poi vogliamo parlare dell’atmosfera horror che contraddistingue la pellicola, basta dire che le scene di morte e sangue non mancano di certo e sono tra quelle più crude della cinematografia non prettamente splatter.
Ci troviamo di fronte dunque ad una produzione abbastanza unica nel suo genere, se non altro per l’enigmaticità e l’imprevedibilità della trama che assicurano una (prima) visione da pelle d’oca e nervi a fior di pelle. Gli amanti del brivido sicuramente lo possono considerare da non perdere assolutamente.
Ben altra storia invece per i sequel, arrivati ad un improponibile “Saw 7”, che lasciano pareri molto contrastanti sul perché della loro esistenza: a voi il giudizio e la possibilità di vederli o meno!