“Micky ha la possibilità di arrivare dove non sono arrivato io e ha bisogno di me”
Ammetto di averci messo un po’ a prendere in mano l’ultima fatica di Russell. L’argomento Boxe è stato abusato spesso nella storia del cinema, spesso sfornando capolavori (Million Dollar Baby, Toro Scatenato) ma spesso partorendo mezze delusioni e trame scontate. In questo caso il titolo di certo non facilita la scelta perché “puzza” proprio di film già visto. Per fortuna in questo caso l’abito non fa il monaco e The Fighter si rivela una piacevole sorpresa, soprattutto perché racconta una storia vera di due fratelli agli antipodi ma legati dalla stessa passione. Un Christian Bale magistrale (vincitore dell’Oscar come interprete non protagonista) nei panni di Dicky Eklund, ex pugile perso nel turbinio delle droghe che negli anni 70 mise al tappeto Sugar Ray Leonard e che vive a distanza di anni nel ricordo dell’impresa che lo ha reso una celebrità nel suo paesino di origine.
L’ennesima trasformazione fisica di Bale in questo film (dopo aver perso 30 kg per “L’uomo senza sonno” e dopo averli ripresi con gli interessi per “Il cavaliere Oscuro”) è sconcertante e avvalora la sua interpretazione. Mark Wahlberg interpreta Mickey, fratello meno talentuoso ma più dedito al lavoro che venera assolutamente Dicky e che nonostante sia continuamente condizionato negativamente da quest’ultimo è sempre pronto a tendergli la mano. A mio modo di vedere una storia commovente di vera amicizia, raccontata in maniera mai banale o eccessivamente teatrale.
Aronofsky (sicuramente uno dei miei registi preferiti) non si rispecchia nel protagonista di questa pellicola e non si accontenta dei numerosi successi già diretti in passato sfornando un ulteriore capolavoro.